All'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia il primo studio al mondo sul trattamento invasivo nei pazienti ultrasettantacinquenni con sindrome coronarica acuta

Reggio Emilia, 26 Ottobre 2012

Ridotto il rischio di ischemia e di ospedalizzazione a distanza di un anno


È reggiano il primo studio al mondo che ha specificamente affrontato il trattamento invasivo nell’infarto miocardico, nelle forme gravi di angina ed in altre sindromi coronariche acute su pazienti che abbiano superato i 75 anni di età.

Questo primato è valso l’interesse della comunità scientifica internazionale venendo  ripreso dal prestigioso Journal of the American College of Cardiology che ha pubblicato i risultati del trial nel numero di Settembre.

A progettare e coordinare lo studio, che ha coinvolto 23 Ospedali italiani, è stato il dott Stefano Savonitto, Direttore del Reparto di Cardiologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, aprendo con questo una nuova prospettiva terapeutica su una fascia di pazienti solitamente considerati fragili e trattati sino ad oggi con approcci terapeutici conservativi.

La letteratura medica indica, infatti, che i soggetti ultrasettantacinquenni, pur rappresentando oltre un terzo di quelli ricoverati presso le Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC), sono rappresentati solo marginalmente nei campioni di pazienti sui quali vengono elaborate le linee guida terapeutiche. “Si rivela più delicato” conferma Stefano Savonitto “condurre studi sul paziente anziano che ha in sé maggiore complessità a causa di fattori quali la presenza di diverse patologie, la difficoltà nell’ottenimento del consenso, il maggior rischio percepito in rapporto ad un approccio interventistico e la precarietà del follow-up. Lo studio italiano sulla sindrome coronarica acuta nei pazienti anziani (Italian Elderly ACS Study) ha rappresentato una esperienza positiva nel raccogliere questa sfida e condurla con risorse limitate.

Per approccio precocemente invasivo s’intende l’esecuzione, entro 48 ore dal ricovero, di una coronarografia e, ove sia clinicamente indicato e tecnicamente possibile, di una rivascolarizzazione mediante angioplastica o bypass aortocoronarico.

Ogni anno” spiega il dott Savonitto “la Cardiologia dell’Arcispedale ricovera circa 1000 pazienti con sindromi coronariche acute, il 40% dei quali hanno più 75 anni. Nel paziente anziano, tali sindromi sono gravate da una mortalità di poco superiore al 5% durante il ricovero iniziale, che sale però a oltre il 15% durante l’anno successivo. Sono frequenti, pertanto le recidive dell’infarto ed i successivi ricoveri per scompenso cardiaco.

Lo studio ha provato che tale intervento è in grado ridurre del 40% sino al 60% la probabilità di complicanze ischemiche fatali e non fatali e di nuove ospedalizzazioni a distanza di un anno dalla manifestazione della patologia acuta.

I risultati delineati sono stati convincenti, sebbene non ancora conclusivi per la limitatezza del campione. Ed infatti la ricerca coordinata dalla Cardiologia dell’Arcispedale continuerà in oltre 40 ospedali italiani, con l’arruolamento di circa 2.000 pazienti nello studio “Elderly ACS 2”. L’obiettivo sarà definire con maggiore chiarezza la terapia farmacologica più efficace e meglio tollerabile nei pazienti ultrasettantacinquenni che avranno eseguito angioplastica coronarica nella fase acuta. Le ampie dimensioni dello studio permetteranno di chiarire le caratteristiche della malattia in sottogruppi specifici di pazienti quali, ad esempio, le donne e i diabetici.

Un sottoprogetto esteso anche alle due decadi di età inferiori (ossia fino ai 55 anni di età)  tenterà di definire la relazione tra età della menopausa e gravità della malattia coronarica nell’età post-menopausale.

Il finanziamento iniziale di questi progetti di ricerca è garantito da sovvenzioni liberali da parte dell’ industria del farmaco e da eventuali donazioni. Fondi ulteriori potranno essere reperiti tramite la partecipazione a progetti finalizzati del Ministero dell’ Università e della Ricerca e dell’ Agenzia Italiana del Farmaco.

L’Ufficio Stampa


Nella foto: Stefano Savonitto

Ultimo aggiornamento: 09/11/12