Ansia e stress sotto controllo grazie all’Ashwagandha: lo conferma una ricerca Unimore
11/11/25
Un recente studio condotto dal gruppo di ricerca di Psichiatria universitaria e dalla Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha dimostrato che Ashwagandha, un fitoterapico tra i più utilizzati nella medicina ayurvedica, può essere efficace nel trattamento dei sintomi d’ansia che occorrono in diversi disturbi mentali.
La ricerca, coordinata dal Prof. Gian Maria Galeazzi, docente Unimore di Psichiatria e direttore del Dipartimento ad Attività Integrata Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia e pubblicata sulla rivista The British Journal of Psychiatry Open (BJPsych Open), ha raccolto in modo sistematico tutte le evidenze provenienti da studi clinici randomizzati sull’uso di Ashwagandha nel trattamento dei disturbi mentali. Attraverso metodiche di meta-analisi avanzate, sono stati sintetizzati i risultati di 14 studi (corrispondenti ad oltre 700 partecipanti) per ottenere una stima complessiva dell’efficacia del trattamento.
Ashwagandha (il cui nome scientifico è Withania somnifera), nota anche come ginseng indiano, è una pianta tradizionalmente impiegata nella medicina ayurvedica per le sue proprietà adattogene, cioè in grado di migliorare la capacità dell’organismo di adattarsi a situazioni di stress. Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha iniziato a indagare i suoi potenziali benefici sul sistema nervoso centrale, evidenziando effetti di modulazione dei neurotrasmettitori e proprietà antiossidanti e immunomodulatorie. Tuttavia, le evidenze cliniche sull’utilizzo della sostanza nei disturbi mentali risultavano finora frammentarie.
I risultati mostrano che Ashwagandha è associata a un miglioramento significativo dei sintomi d’ansia, con ulteriori benefici su qualità del sonno e livelli di stress percepito. È stato osservato anche un possibile effetto positivo sui sintomi depressivi, sebbene con un livello di evidenza più limitato. Inoltre, il composto ha mostrato un buon profilo di tollerabilità, senza differenze significative rispetto al placebo per eventi avversi o tossicità.
“Si tratta di uno studio importante - commenta il prof. Gian Maria Galeazzi - perché dimostra come prodotti vegetali con una lunga tradizione di utilizzo, ma spesso trascurati dalla ricerca clinica, possano offrire un contributo utile nel trattamento dei sintomi dei disturbi mentali comuni.” “I disturbi d’ansia e depressivi interessano oggi circa un miliardo di persone nel mondo - aggiunge il dott. Mattia Marchi, psichiatra dell’Azienda USL di Reggio Emilia e assegnista di ricerca a Unimore, primo autore dello studio - Disporre di interventi ben tollerati, capaci di migliorare l’adattamento allo stress, rappresenta un obiettivo rilevante per la salute pubblica. Sarà importante verificare in studi futuri se Ashwagandha possa avere anche un ruolo preventivo nella progressione verso forme clinicamente rilevanti.”
Gli autori evidenziano inoltre un’ampia variabilità nei dosaggi utilizzati negli studi disponibili ma che, secondo i risultati della ricerca, dosi superiori a 600 mg al giorno non hanno mostrato benefici aggiuntivi.
I ricercatori raccomandano infine che, pur trattandosi di un prodotto di origine naturale, l’assunzione di Ashwagandha dovrebbe avvenire in modo informato e preferibilmente sotto consiglio medico, in particolare per chi assume altri farmaci o presenta condizioni cliniche preesistenti.
Il lavoro è accessibile gratuitamente al seguente link: https://doi.org/10.1192/bjo.2025.10885
Gli Uffici Stampa Unimore e Ausl-IRCCS di Reggio Emilia
Immagine di copertina formulatehealth, CC BY 2.0
Ultimo aggiornamento: 11/11/25