L'asma grave: nuove terapie per una ''vecchia'' malattia

La Pneumologia del Santa Maria Nuova è centro di riferimento in Italia per la casistica trattata con il nuovo approccio della termoplastica bronchiale. A confronto a Reggio Emilia i massimi esperti nazionali ed europei

Reggio Emilia, 30 Novembre 2013

Fare il punto riguardo alle moderne possibilità terapeutiche sulle quali una “vecchia” malattia come l’asma bronchiale grave può attualmente contare è stato l’obiettivo del convegno che ha visto riuniti nei giorni scorsi a Reggio Emilia i massimi esperti pneumologi ed allergologi in campo italiano ed europeo.
Asma bronchiale una vecchia malattia proiettata nel futuro, questo il titolo del work-shop svoltosi a Reggio Emilia nelle giornate 21 e 22 Novembre al quale hanno partecipato professori delle Università di Parma, Modena, Verona e Genova che sin dall’anno 2000 collaborano con il Reparto di Pneumologia del Santa Maria Nuova diretto dal dott Luigi Zucchi.
L’asma è una delle prime cinque malattie croniche del mondo. Ne soffrono circa 300 milioni di persone, di cui 30 milioni nella sola Europa. In Italia, l’incidenza sulla popolazione adulta oscilla fra il 4% e il 13% negli ultra sessantenni, con 4 eventi mortali ogni 100mila pazienti. Si tratta di una patologia che può compromettere seriamente la qualità di vita e che ha notevoli ripercussioni sul piano sociale ed economico. Circa il 20% dei pazienti che sono affetti da forma di asma grave non controllata dalla terapia standard che assorbono l’80% delle risorse destinate alla cura della malattia in termini di ricoveri ospedalieri, visite urgenti al Pronto Soccorso, riacutizzazioni, consumo di farmaci e giornate di lavoro perse.
Particolare interesse ha avuto la lezione magistrale del Prof. Neil Thomson della Glasgow University (UK), pneumologo di fama mondiale sul tema della Termoplastica Bronchiale. Su questa tecnica, cui è stata dedicata la seconda giornata di lavori, la Struttura Complessa di Pneumologia del Santa Maria Nuova è considerata centro di riferimento nazionale per numero di pazienti trattati e complessità di casistica.
La nuova metodica consiste nell’impiego di un catetere che, introdotto nel polmone attraverso un broncoscopio, emette radiofrequenze che sviluppano calore controllato. Il risultato è la riduzione della quota muscolare della parete bronchiale. L’effetto finale è quello di produrre un netto miglioramento in termini di riduzione di attacchi acuti (-32%), visite al pronto soccorso (-84%) e giorni di lavoro e/o studio persi (-66%).
Da un anno questa terapia viene eseguita al Santa Maria con ottimi risultati. Il Dottor Nicola Facciolongo che ha eseguito  la metodica ha commentato: “Al momento abbiamo trattato 10 pazienti 6 uomini e 4 donne affetti da asma grave non controllata e siamo il primo centro in Italia. Abbiamo in corso un importante protocollo di ricerca in collaborazione con altri centri italiani che ci porterà a capire meglio la fisiopatologia dell’asma. Un primo monitoraggio consente di affermare che il trattamento sta producendo benefici duraturi.”
Sull’applicazione della terapia, il direttore del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare e di Area Critica dott. Luigi Zucchi, conclude: “La scelta di attivare un sistema di cura tanto innovativo testimonia la instancabile ricerca della nostra equipe che al momento è in grado di offrire ai pazienti asmatici tutte le migliori e più avanzate opzioni terapeutiche. Con il supporto dell’I.R.C.C.S. riteniamo di potere continuare anche per i prossimi anni a presidiare il percorso clinico-assistenziale e di ricerca su un tema di così alto impatto sociale.”

L’Ufficio Stampa 
 
In allegato: il programma con i nomi dei relatori 
 

Ultimo aggiornamento: 02/12/13