Nota di risposta in merito all'articolo riportato in data 10 Marzo 2012 sul Giornale di Reggio: ''Patologia trattata correttamente, nessuna sottovalutazione dei sintomi presentati dal paziente''

In relazione all’articolo comparso in data 10 Marzo scorso dal titolo: “S.Maria La diagnosi tardiva mi ha fatto perdere il piede", la Direzione di questa Azienda, nell’esprimere al Sig.Gozzi solidarietà per l’evoluzione sfavorevole della patologia di cui era affetto, desidera precisare quanto segue.
All’inizio della vicenda clinica (agosto/settembre 2006), il paziente presentava una infiammazione alla caviglia (artropatia infiammatoria) che, trattata con infiltrazioni, manifestava dei benefici. La sintomatologia presentava in seguito una recidiva, veniva nuovamente trattata e studiata anche con diverse indagini strumentali (RMN, scintigrafia che non evidenziavano infezioni). Nel novembre 2006, invece, il quadro clinico si modificava e subentrava una infezione (artrite settica, prima assente). Il paziente veniva quindi trattato prima con antibiotico-terapia e poi chirurgicamente. Ne è residuato il dolore con limitazione funzionale alla caviglia ed al piede (non ci risulta affatto che il paziente abbia perso il piede).
Nel 2008 il paziente, tramite un proprio Legale, presentava all’Azienda Ospedaliera una richiesta di risarcimento danni. La richiesta, inoltrata dalla Azienda all’Assicurazione, avviava la procedura di accertamento tecnico da parte della compagnia assicuratrice. Gli accertamenti escludevano profili di responsabilità professionale a carico dei sanitari di questa Azienda.
A seguito del diniego della compagnia assicuratrice, per ottenere il risarcimento dei danni, il Sig.Gozzi ha adito le vie legali, rivolgendosi al Tribunale di Reggio Emilia.
Attualmente è in corso il procedimento civile ed attendiamo l’evoluzione dell’iter giudiziario nella consapevolezza che quanto accaduto non dipende da errori od omissioni dei sanitari di questa Azienda, ma rappresenta l’esito della patologia presentata dal paziente che è stata correttamente trattata.
Ultima considerazione attiene al fatto che sarebbe opportuno fossero evitati inutili sensazionalismi, che non possono che nuocere ad un corretto rapporto tra cittadinanza, pazienti ed ospedale, creando un allarmismo evitabile e meramente fine a se stesso.

L’Ufficio Stampa

Ultimo aggiornamento: 12/03/12