Ricerca sul cancro: l’importanza della diagnosi precoce

Dall’Ospedale di Osaka a Reggio Emilia uno dei massimi esperti mondiali: intervista al Professor Jiro Okami 

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Il professor Jiro Okami del Department of Thoracic Surgery presso l’Osaka Medical Center for Cancer and Cardiovascular Disease di Osaka in Giappone ha tenuto una lezione magistrale al Santa Maria Nuova- Irccs di Reggio Emilia, venerdì 17 aprile, nell’ambito del convegno in cui sono state presentate nuove tecniche per localizzare le forme più insidiose di tumore polmonare. Titolo dell’intervento: “Trattamento chirurgico degli adenocarcinomi minimamente invasivi”. 
Il dottor Okami é uno dei massimi esperti a livello mondiale sul tema dei test di chemio-sensibilità per il cancro del polmone e per il mesotelioma pleurico. La sua lezione è stata inserita nell’ambito del seminario oncologico “Le lesioni Ground-Glass del polmone: inquadramento clinico e gestione” che si è tenuta a Palazzo Rocca Saporiti, organizzata dall’equipe di Chirurgia Toracica diretta dal dott. Giorgio Sgarbi. Durante il convegno sono state presentate nuove tecniche per localizzare le forme più subdole di tumori polmonari. Si tratta di trattamenti chirurgici su neoplasie del torace a lenta crescita, rilevabili come lesioni “non solide” e definite dai radiologi “a vetro smerigliato” (cosiddette ground glass), vale a dire neoformazioni che sono visibili solo tramite la Tac. 
Nella foto, da sinistra: Giorgio Sgarbi, Cristian Rapicetta, Massimiliano Paci, Jiro Okami, Filippo Lococo









Nella foto, da sinistraGiorgio Sgarbi, Cristian Rapicetta, Massimiliano Paci, Jiro Okami, Filippo Lococo 

A differenza delle forme di lesioni più frequenti, sotto forma di noduli al polmone, queste si manifestano come un lieve addensamento e sono perciò più difficilmente rilevabili. 
L’Azienda Ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia è all’avanguardia nella cura delle neoplasie del polmone. Punto di forza è il lavoro di una équipe multidisciplinare composta da specialisti di diversi settori che settimanalmente si confrontano per definire il migliore percorso per il paziente con diagnosi di neoplasia polmonare
  

In occasione della sua permanenza a Reggio Emilia, abbiamo intervistato il professor Jiro Okami sul tema dei test di chemio-sensibilità per il cancro del polmone e per il mesotelioma pleurico 

Professore di che test si tratta? Come possono essere utilizzati e con quali scopi?
Sono test di laboratorio che studiano la risposta delle cellule tumorali ai vari farmaci chemioterapici. Il tumore viene campionato e sottoposto all’effetto di diversi farmaci per valutare quello che risulta più efficace per quel tipo di tumore. 
  
Quali ricadute possibili sui pazienti? E quali risultati ottenuti in Giappone?
L’impatto clinico è notevole perché nel momento in cui il paziente dovesse sviluppare una recidiva di malattia o una metastasi, avremmo a disposizione il farmaco più efficace “testato” per quello specifico tumore. Si tratta di dati sperimentali che vanno confermati da studi più ampi. Nel nostro centro stiamo utilizzando queste informazioni in alcuni casi selezionati e stiamo osservando dei vantaggi incoraggianti nella cura di questi pazienti. 
 
Il Dipartimento di Chirurgia Toracica di Osaka, dove Lei svolge la propria attività clinica e di ricerca, è anche all’avanguardia nelle tecniche chirurgiche mini-invasive ed endoscopiche utilizzate per la diagnosi e il trattamento delle patologie polmonari e pleuriche. Di che cosa si tratta? Quali i vantaggi per i pazienti e per i medici?
Nel nostro centro, come in altri centri in Giappone le tecniche mini-invasive sono ampiamente sviluppate. Si tratta di tecniche chirurgiche che dovrebbero ottenere lo stesso risultato delle tecniche standard ma con un danno minore per il paziente in termine di ripresa dall’intervento. I vantaggi sono di due tipi e tra loro correlati: da una parte un minore stress per il paziente che quindi affronta con meno ostacoli il decorso post-operatorio. Dall’altra, la mini-invasività spesso correlata con l’asportazione di una quota di polmone più piccola che può essere sufficiente per trattare alcuni particolari tumori polmonari. In sintesi, resezioni minori e minor impatto per il paziente. 
 
Il Giappone è la nazione con la più lunga aspettativa di vita al mondo e vi sono alcuni centri di eccellenza nell’ambito della ricerca medica applicata, tra i quali si distingue l’Osaka Medical Center for Cancer and Cardiovascular Diseases appunto, che è anche la sede nazionale giapponese per il coordinamento degli screening oncologici di massa. In che modo si può sviluppare la collaborazione tra questo centro e il nostro proprio nel campo dello screening? 
In Giappone da tempo si è diffusa la cultura dello screening, non solo nel campo delle neoplasie polmonari, ma anche delle neoplasie gastriche ed esofagee che sono molto più comuni in Asia rispetto all’Europa. La cultura dello screening sta arrivando anche in Europa e credo che in pochi anni si potranno raggiungere degli standard del tutto sovrapponibili. So che anche nel vostro centro, c’è un acceso dibattito sulla necessità di intraprendere uno studio sulla popolazione a rischio (forti fumatori da più di 20 anni). Tutta la nostra esperienza in questo ambito è a disposizione dei colleghi di Reggio Emilia, qualora decidiate di intraprendere questo percorso. Una collaborazione scientifica in questo ambito sarebbe interessante anche se bisogna considerare che le popolazioni studiate sono diverse. Uno spunto interessante potrebbe essere quello di uno studio comparativo. La collaborazione con i colleghi dell’Ospedale Santa Maria può essere molto proficua, perché condividiamo gli stessi principi e gli stessi obiettivi nella cura del tumore mediante tecniche operatorie all’avanguardia. 
 
Come può l’ASMN IRCCS implementare la ricerca in questo campo? 
Nei giorni a Reggio Emilia, oltre a conoscere le bellezze della vostra città e della vostra cultura, ho potuto ammirare la grande organizzazione in ambito scientifico dell’intero Ospedale, in particolare del gruppo di studio sulle neoplasie polmonari. Gli studi già eseguiti e avviati dall’Equipe di Chirurgia Toracica sotto al direzione del Dottor Sgarbi sono all’avanguardia e di grande interesse. Ma come sempre in questo ambito ci si può sempre spingere oltre. Ho già avuto modo di collaborare con il Dottor Filippo Lococo, componente della équipe, e mi piacerebbe unire gli sforzi nel migliorare insieme la conoscenza dei complicati meccanismi biomolecolari delle neoplasie polmonari per trovare trattamenti sempre più efficaci e sempre meno dannosi per il paziente. 
 
Quali obiettivi concreti e raggiungibili si può dare il team reggiano in campo nella lotta al tumore al polmone? 
A mio parere il gruppo Multidisciplinare di Studio delle neoplasia del polmone dell’Ospedale di Reggio Emilia rappresenta il vero valore aggiunto. L’obiettivo concreto che può darsi un gruppo di specialisti nella cura del tumore polmonare è offrire al paziente le migliori conoscenze disponibili e le migliori cure accertate dagli studi. Sono convinto che questo sia possibile solo unendo l’esperienza di tutti gli specialisti coinvolti: i chirurghi toracici, gli pneumologi, gli oncologi, i radioterapisti, i medici nucleari, i radiologi, i biologi ed i patologi che sono interessati a questo ambito. Come anche in Giappone, credo che l’unione sia la vera forza e ne abbiamo bisogno affinché l’obiettivo di cura di questi tumori sia prima o poi raggiunto.