Focus sull’Ematologia del Santa Maria Nuova

Assistenza e ricerca con il sostegno del GR.A.D.E. 

 
Assistenza e ricerca con il sostegno del GR.A.D.E.La Struttura Complessa di Ematologia del Santa Maria Nuova condensa al suo interno elementi di quello che è stato definito come “il modello reggiano” di assistenza, non soltanto in ambito sanitario. Per la natura della sua funzione, in questo reparto è centrale il valore dell’umanità e dell’accoglienza nei confronti del paziente e dei suoi cari, tanto quanto lo sono la professionalità e la dedizione del personale. Una caratteristica che trova il suo diretto corrispettivo nella risposta dei pazienti, dei loro familiari e dei cittadini che all’Ematologia del Santa Maria non mancano di tributare apprezzamento e sostegno continuo. Non è un caso che da oltre 25 anni l’attività dell’Ematologia sia accompagnata e sostenuta dall’associazione GR.A.D.E. – Gruppo Amici dell’Ematologia
 

Il reparto 

L’attività conta una media annuale di: 210 ricoveri in degenza ordinaria, 900 aperture in day hospital e 45 trapianti.
Sono 13 i medici che compongono la dotazione del reparto (tra questi 4 contrattisti) e 22 infermieri, dei quali 7 dedicati al settore day hospital. Completano l’équipe: 5 data manager, 4 OSS, 1 psicologa, 3 figure di amministrativi.
I posti letto sono 6 nel settore Bassa Carica Microbica, 6 nel settore degenza ordinaria, 8 in quello di day hospital.
  

Il ruolo del GR.A.D.E. 

Il GR.A.D.E., l’associazione senza finalità di lucro Gruppo Amici della Ematologia, interviene direttamente per migliorare la qualità del servizio offerto a 360 gradi, finanziando gli stipendi di numerosi operatori della struttura, nonché l’acquisto di attrezzature e arredi, e contribuendo in maniera sostanziale alla costruzione del CORE con donazioni per oltre 2 milioni di euro. Non solo: è soprattutto grazie al sostegno del GR.A.D.E. che l’Ematologia si è dotata di un trial office, che attualmente conta cinque data manager, di cui tre dedicate ai linfomi e due principalmente a mielomi e leucemie. 
 

Il trial office 

Il trial office è indispensabile per consentire alla struttura di partecipare ai progetti di ricerca clinica, curando l’iter dello studio dalla raccolta della documentazione da presentare al Comitato Etico sino alla raccolta dei dati clinici e alla spedizione dei campioni biologici quando necessario. 
A novembre 2014 gli studi clinici attivi erano 95, di cui 67 sperimentali e 28 osservazionali: “Grazie alla nostra capacità di gestire studi clinici complessi, di reclutare pazienti e di fornire dati accurati la nostra struttura collabora oggi con i maggiori network internazionali, dall’EORTC (European Organisation for Research and Treatment of Cancer) al LYSA, il Gruppo Francese per la cura dei Linfomi, oltre ad essere socio fondatore della Fondazione Italiana Linfomi – dice Francesco Merli, Direttore del reparto “Far parte dei network garantisce la qualità del servizio e ha una diretta ricaduta sul paziente”. 
Il consolidamento del trial office ha portato a un progressivo innalzamento delle pubblicazioni scientifiche prodotte, che nel 2014 sono state 17, e a un aumento dell’impact factor medio per pubblicazione che supera i 7 punti nel periodo 2012-2014. 
 

La FIL e l’Elderly Project 

Il dott. Merli è anche responsabile della Commissione Anziani della Fondazione Italiana Linfomi (FIL), che ha lanciato il progetto Elderly Project: “L’obiettivo è filtrare a livello nazionale tutti i pazienti anziani affetti da Linfoma diffuso a grandi cellule attraverso la scala di Valutazione Geriatrica Multidimensionale, che in base alla classificazione del paziente secondo le categorie fit-unfit-frail, fornisce indicazioni sulle possibilità terapeutiche, sia sotto protocollo che consolidate – dice Merli – Ciò consentirà di ottenere una fotografia sui percorsi terapeutici dei pazienti anziani affetti da questa patologia. La FIL si era impegnata a reclutare 600 pazienti in tre anni, e siamo già oltre i 300 in un solo anno”. Per quanto riguarda i pazienti unfit, l’ASMN è inoltre centro coordinatore di un progetto di ricerca da poco approvato dal Comitato Etico sull’anticorpo monoclonale GA101 in abbinamento con la chemioterapia a dosaggio ridotto miniCHOP: “L’obiettivo è aumentare l’apporto terapeutico dei farmaci biologici, riducendo in parallelo l’apporto dei chemioterapici”. 
 

La ricerca infermieristica e di laboratorio 

Sempre con il sostegno del GR.A.D.E. l’Ematologia ha avviato l’attività di ricerca infermieristica, sulla quale è impegnato il professionista Stefano Botti, che nel 2014 ha presentato una relazione al congresso annuale EBMT – European Society for Blood and Marrow Transplantation sulla nutrizione dei pazienti trapiantati, tema sul quale sta collaborando alla stesura di progetti di ricerca in ambito europeo. 
Anche la ricerca di base trova spazio in Ematologia, con la collaborazione con il Laboratorio di Ricerca Traslazionale per la caratterizzazione di nuove molecole antitumorali non chemioterapiche, come il resveratrolo e di nuovi marcatori di risposta alla chemio e radioterapia nei linfomi, come la clusterina. Anche qui il GR.A.D.E. fa la sua parte, finanziando interamente uno stage di 12 mesi della dott.ssa Valentina Fragliasso presso il Laboratorio di medicina ed anatomia patologica del Weill Cornell Medical College di New York.