L’Articolo dell’anno 2014

Qualità delle cure di fine vita per i pazienti in ospedale, l’esperienza inglese 


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A un anno dall’istituzione dell’iniziativa “Articolo del mese”, la Direzione Scientifica IRCCS ASMN ha deciso di dare ulteriore visibilità ai migliori articoli frutto del lavoro dei professionisti IRCCS ASMN. 
 
I dodici articoli premiati nel 2014 come Articolo del mese concorrono infatti alla nomina di “Articolo dell'anno 2014”. Nelle scorse settimane, il Direttore Scientifico Giovanni Apolone ha nominato una commissione esterna di valutazione, composta da sei professionisti: la prof.ssa Erica Villa e il prof. Mario Luppi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il Presidente del Comitato Etico Provinciale di Reggio Emilia Roberto Satolli, la dott.ssa Eva Negri, il dott. Walter Torri, e il dott. Vittorio Bertelé dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. 
 
Ciascun articolo è stato valutato da due componenti della commissione, selezionati casualmente. I componenti della commissione hanno ricevuto quattro articoli da valutare: a ciascuno hanno assegnato un punteggio da 1 a 10 secondo i criteri di originalità, metodo e rilevanza clinica/scientifica. Sulla base delle valutazioni aggregate, il Direttore Scientifico comunica che l'Articolo dell'anno 2014, che ha ottenuto 17/20 punti, è: 
 
Liverpool Care Pathway for patients with cancer in hospital: a cluster randomised trial, di Massimo Costantini, Vittoria Romoli, Silvia Di Leo, Monica Beccaro, Laura Bono, Paola Pilastri, Guido Miccinesi, Danila Valenti, Carlo Peruselli, Francesco Bulli, Catia Franceschini, Sergio Grubich, Cinzia Brunelli, Cinzia Martini, Fabio Pellegrini, Irene J Higginson e del Liverpool Care Pathway Italian Cluster Trial Study Group, pubblicato sulla rivista Lancet, che era stato nominato articolo del mese di gennaio
 
L’articolo affronta il problema della qualità delle cure di fine vita per i pazienti che muoiono di cancro in ospedale. “La sfida a livello internazionale – spiega Massimo Costantini, Dirigente Medico dell’Unità di Cure Palliative ASMN-IRCCS, prima firma dell’articolo scientifico – è riuscire a trasferire le buone pratiche di cura di fine vita proprie degli hospice anche agli ospedali, visto che un’alta percentuale dei malati terminali di cancro muoiono proprio in ospedale. A Reggio Emilia questa percentuale supera il 50%”.
 
Programmi di miglioramento della qualità sono stati elaborati in tutto il mondo. Quello più diffuso è la Liverpool Care Pathway: si tratta di percorsi integrati di cura che identificano una serie di punti chiave che gli operatori, medici e infermieri, devono mettere in pratica per garantire buone cure di fine vita. “Il programma prevede l’intervento di un’unità di cure palliative – spiega Costantini – che in un arco di tempo di sei mesi introduce il protocollo in ospedale. In accordo con l’Università di Liverpool che l’ha ideato, abbiamo tradotto e adattato il programma alla realtà italiana, l’abbiamo introdotto con uno studio pilota a Genova parecchi anni fa. Poi abbiamo realizzato uno studio pilota di fase due per valutare la potenziale efficacia di questo programma e infine, grazie a un finanziamento ministeriale, abbiamo realizzato uno studio randomizzato che ha coinvolto 16 ospedali in 5 diverse regioni italiane”. 
  
A quest’ultima fase dello studio si riferisce l’articolo che è stato pubblicato su Lancet. “In 8 ospedali è stato implementato il Liverpool Care Pathway – dice Costantini – mentre in altri 8 si continuava con il trattamento standard.”. La qualità delle cure è stata valutata intervistando i familiari delle persone decedute. I risultati sono importanti e in qualche modo inaspettati: “Il cambiamento è più difficile di quello che ci si attendeva – conclude Costantini – Lo studio è formalmente negativo, perché l’endpoint primario non raggiunge la significatività statistica. Tuttavia, i dati dimostrano che il miglioramento c’è in molte dimensioni delle cure di fine vita, soprattutto per quanto riguarda l’informazione e il supporto ai processi decisionali, la garanzia del rispetto della dignità del paziente e il controllo della dispnea”.
  
Di seguito si sono classificati i seguenti articoli, rispettivamente con 15,5/20 punti e 15,33/20 punti:
Quality of Cancer Pain Management: An Update of a Systematic Review of Undertreatment of Patients With Cancer  di Maria Teresa Greco, Anna Roberto, Oscar Corli, Silvia Deandrea, Elena Bandieri, Silvio Cavuto e Giovanni Apolone, pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Oncology, che era stato nominato articolo del mese di novembre,
 
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Atypical Spitz tumours and sentinel lymph node biopsy: a systematic review di Aimilios Lallas, Athanassios Kyrgidis, Gerardo Ferrara, Harald Kittler, Zoe Apalla, Fabio Castagnetti, Caterina Longo, Elvira Moscarella, Simonetta Piana, Iris Zalaudek e Giuseppe Argenziano, pubblicato sulla rivista Lancet Oncology, articolo del mese di aprile