“Fotoscopia”, un’indagine artistica all’interno del Santa Maria: intervista alle autrici Alessandra Calò e Irene Russo

In omaggio ai suoi 50 anni anche l’ospedale è nel circuito “on” di Fotografia Europea 2015. Su prenotazione visite guidate con le autrici per dipendenti e accompagnatori  

Tra i progetti dedicati ai cinquant’anni dell’Arcispedale Santa Maria Nuova si colloca la ricerca artistica della fotografa Alessandra Calò e della curatrice Irene Russo. 
Inaugurata ufficialmente il 15 maggio scorso, Fotoscopia, creata in collaborazione con Fotografia Europea, sarà visitabile sino al 26 luglio alla Galleria Parmeggiani, dove sono esposti anche gli scatti dei vincitori del concorso dedicato ai dipendenti “Sguardi sul Santa Maria Nuova”. 
In linea col tema dell’attuale edizione, “Effetto Terra”, le artiste indagano il legame fra la struttura e il territorio, con l’obiettivo di guidare i visitatori attraverso le viscere dell’ospedale di Reggio Emilia. 
Non si tratta di un’esposizione consueta ma di una vera e propria installazione dove le fotografie prendono corpo. Nella suggestiva cornice della galleria, le immagini sono impresse su alcune lastre di vetro e folgorate dalla luce. Nella penombra, il visitatore è indotto a chinarsi per osservare le opere, disposte su un piano orizzontale.
 
Incontriamo Alessandra Calò e Irene Russo. 

Alessandra, come è nata l’opera e quale visione offre della realtà del Santa Maria?

“Sono stati mesi di intenso lavoro quelli trascorsi nell’Ospedale Santa Maria Nuova” racconta Alessandra “momenti ricchi di stupore, incontri con persone importanti per l’equilibrio di una struttura complessa come è questa. Vorrei mostrare la ricchezza di emozioni racchiusa dentro gli archivi storici, la forza simbolica che attraversa tutte le storie. Fotoscopia è nata nei corridoi dei reparti, nelle sale d’aspetto, negli studi dei primari e negli scantinati dove le lavatrici non hanno tregua. È nata dall’incontro senza filtri con la potenza diagnostica e il mistero della vita, con uomini e donne in prima linea o rimasti sempre dietro le quinte. Il risultato è un’opera che ritengo suggestiva: sono emersi racconti indimenticabili, immagini dove la scienza medica mostra la sua più grande bellezza”. 
L’opera nasce anche da una manipolazione di materiali preesistenti, secondo una modalità definita tecnica dell’appropriazione che consiste nel rivisitare i contenuti con un taglio originale. In quest’opera la fotografia riscopre la propria natura chimica, perché le immagini sono state stampate con metodi antichi tra cui la callitipia o la stampa all’argento. 

Quali settori dell’ospedale avete indagato?

“La ricerca ha attraversato i reparti di Cardiologia, Radiologia, Anatomia Patologica, Radioterapia e ha attinto a documenti della Biblioteca Medica, del Servizio di Documentazione fotografica e dell’Archivio” continua Calò “all’interno dei faldoni è racchiusa la vicenda umana di migliaia di persone che sono passate dai reparti e hanno depositato una traccia della loro presenza. Con la preziosa collaborazione che ci è stata offerta, abbiamo osservato i materiali con l’intenzione di scoprire, tra gli esami diagnostici e i verbali, frammenti di significato storico o valore estetico”. 
“Alessandra affronta una materia scomoda”, spiega la curatrice Irene Russo, “ma ha la capacità di trasformarla in un’occasione di bellezza. Per ogni decennio di questo mezzo secolo c’è un immagine che sintetizza le evoluzioni della medicina”. 
 
Le autrici hanno indagato non soltanto agli aspetti scientifici ma anche il funzionamento della struttura, dagli impianti tecnici alla gestione delle pulizie, dal pagamento del ticket all’organizzazione dello screening. 
 
“Fotoscopia” è anche un libro d’artista disponibile in sole 100 copie, che può essere sfogliato nella sede espositiva della Galleria Parmeggiani, è acquistabile presso il Bookshop di Fotografia Europea e il corner del 50° all’interno dell’Arcispedale. 
I brevi testi narrativi, creati da Irene Russo, spaziano dall’aneddoto alla spiegazione scientifica, dall’esperienza professionale a frammenti di storia della medicina. 
Spiegano le autrici: “Ci interessava distillare dalle tante testimonianze raccolte alcuni momenti significativi. Racconti che possano avere un significato universale, oltre la storia dell’istituzione e dentro la vicenda degli individui”. Il progetto grafico, curato dall’Art Director Marco Appiotti, simula l’aspetto dei faldoni d’archivio: il tema della medicina corre lungo il libro, disseminato di inserti curiosi, timbri e interventi fatti a mano dalle autrici. 
 
Ai dipendenti del Santa Maria Nuova e loro accompagnatori le autrici propongono, su prenotazione, la visita guidata alla mostra nelle seguenti date: 
  • martedì 2 Giugno ore 11.00 (ingresso gratuito alle mostre per tutti i residenti a Reggio Emilia) 
  • domenica 7 giugno ore 17.00 (ingresso con biglietto unico per tutte le mostre del circuito) 
  • domenica 14 giugno ore 17.00 (ingresso con biglietto unico per tutte le mostre del circuito) 
Si invita a effettuare la prenotazione cliccando qui
 
La visita guidata si volgerà con un minimo di 8 persone prenotate.