Dolore cronico, stress correlato e terapie di terza generazione

Un aiuto dagli approcci psicologici con training di gruppo: l’esperienza della  Reumatologia del Santa Maria Nuova 

Dolore cronico, stress correlato e terapie di terza generazioneTrovare nella pratica clinica strumenti per aiutare le persone che soffrono, nel corpo e nella mente, grandi dolori e turbamenti, è la molla che alimenta una continua ricerca di percorsi che siano di ausilio ai pazienti e ai clinici.
Secondo la definizione dell’International Association for the Study of Pain (IASP) (Merskey & Bogduk 1994, 210-211) il dolore è definito come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata ad un danno tissutale, presente o potenziale, o descritta come tale. Il dolore e’ sempre un’esperienza soggettiva”.
Diventa quindi importante, oltre la componente sensoriale, considerare anche gli aspetti affettivi, ovvero le caratteristiche personologiche, le emozioni ed i fattori cognitivi che accompagnano il dolore.
Gli specialisti hanno recentemente focalizzato l’attenzione e gli sforzi di ricerca sullo sviluppo di modelli di intervento mirati ai bisogni di pazienti.
La mission è quella di proporre un approccio complementare alla terapia medica tradizionale che aiuti le persone che soffrono di tali patologie a gestire in modo più efficiente le difficoltà che la malattia cronica comporta e a migliorarne in ultima istanza la qualità di vita.
 
Ad oggi, vi sono diversi protocolli di intervento, psicologici e non: i risultati degli studi indicano che la qualità di vita, l’ansia, la depressione, il benessere psicologico nel dolore, non dipendono solo da variabili cliniche quali intensità e durata ma anche, e in primo luogo, da variabili psicologiche.
L’approccio psicologico-terapeutico utilizzato per la trattazione dello stress e del dolore cronico presso la Struttura Complessa di Reumatologia IRCCS ASMN, diretta dal Dr. Carlo Salvarani riguarda quelle che vengono definite “le terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione”, come la Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) (J. Kabat-Zinn, 1982) e l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) (Dahl, Wilson, Luciano e Hayes, 2005).
 
Nell´ambito specifico del dolore, l’ACT si propone come trattamento efficace nell’intervento coadiuvante nella terapia antalgica. Tale modello diventa utile per il profilo dei pazienti con malattie croniche (e non solo) e nella loro “flessibilità psicologica”.
Secondo il modello ACT, impegno ed energie dovrebbero essere sottratte ai tentativi di ‘controllo’ del dolore e dei sintomi ad esso correlati. I pazienti con dolore cronico, infatti, esprimono frequentemente la necessità o il desiderio di ridurre il dolore, la tristezza o altri stati emotivi nel desiderio di “avere una vita normale”. La ACT promuove “l’accettazione” e la tendenza a vivere il dolore e altri eventi privati negativi associati a questo (paura, ansia, fatica, stress) invece di insegnare strategie per ridurlo o controllarlo.
I dati sono finora incoraggianti. In generale, le evidenze scientifiche sui protocolli di intervento basati sull’ACT applicati a pazienti con dolore/malattie cronica sono in rapida crescita, ma necessitano di ulteriori approfondimenti.
Tale approccio terapeutico utilizza, all’interno dei sei processi, la Mindfulness, per aiutare i pazienti a ridurre l’intensità dello stimo doloroso e a vivere diversamente il disagio, ponendo attenzione consapevole al momento presente e in modo non giudicante. Si tratta di dirigere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, ascoltando più accuratamente la propria esperienza, e osservandola per quello che è, senza valutarla o criticarla.
 
La S.C. di Reumatologia del Santa Maria Nuova diretta dal prof Carlo Salvarani è impegnata nella applicazion di questo approccio.
Alle persone con dolore cronico vengono proposte un insieme di pratiche ed esercizi propri dell’ACT e pratiche meditative proprie della Mindfulness (MBSR), focalizzate nella trattazione di quello che viene definito “dolore sporco”.  
Esistono due tipi di dolore: il primo tipo ha il nome di “dolore pulito” ed è la semplice e immediata sensazione fisica che ci dice che qualche cosa non va, il secondo, invece, lo si può definire “dolore sporco”, diverso dal primo. Esso include tutte le reazioni connesse al dolore fisico e le cose che la mente racconta in merito ad esso. È l’insieme delle cose che accompagnano il dolore e si colloca dove il dolore in quanto tale finisce e inizia la sofferenza.
 
Le tecniche di tale approccio si basano su 6 processi (Figura 1): accettazione, de-fusione (impiegata in quelle situazioni in cui i pazienti, indipendentemente dalla diagnosi, sono eccessivamente “fusi” con il contenuto dei pensieri, nel senso che il loro livello di adesione alle credenze è estremamente elevato da guidare le proprie scelte e decisioni in base a ciò che i contenuti cognitivi suggeriscono), contatto con il momento presente (qui ed ora), sé come contesto e direzione di vita verso i propri valori ed azione impegnata; ed hanno lo scopo di allargare il repertorio pensiero-azione dell’individuo in modo da favorire la flessibilità psicologica (Hayes, 2004). 
 
Clicca sull'immagine per ingrandirlaPresso la S.C. di Reumatologia, a partire da inizio anno 2015, si propone un training di gruppo mirato alla trattazione del dolore cronico e dello stress attraverso il protocollo sopra descritto. L’intervento, condotto dalla psicologa di Reparto, si svolge attraverso 8 sessioni strutturate dalla durata di 2 ore ciascuna, a cadenza settimanale, più una nona sessione di follow-up a distanza di 1/2 mesi. Al training prendono parte i pazienti affetti da dolore cronico – secondo la definizione della IASP “International Association for the Study of Pain”, che definisce dolore cronico, un dolore che dura da più di 6 mesi – e in cura per tale problema (Sindrome Fibromialgica, Spondilite Anchilosante, Lupus, Artrite Reumatoide, Sclerodermia) Tra una sessione e l’altra è prevista l’assegnazione di home-work. Il training viene svolto presso i luoghi dell’Az. Ospedaliera S.M.N. IRCCS e prevede un massimo di 13-15 partecipanti.

di Giulia Rubini 
Psicologa Psicoterapeuta l.p., S.C. Reumatologia ASMN IRCCS 
Membro ACT Italia - membro ACT Italia for Health 
Membro ACBS - Association for Contextual Behavioral Science