Vaccinazione antinfluenzale: una scelta che può rivelarsi determinante

La testimonianza di Riccardo Zucco, neurologo del Santa Maria Nuova, sul suo percorso di malattia sino alla degenza in Rianimazione 

Vaccinazione antinfluenzaleL’arrivo dell’autunno porta con sé i primi mali di stagione e, inevitabilmente, anche il virus influenzale. Mentre è appena iniziata quella nazionale, prenderà il via tra pochi giorni la campagna antinfluenzale regionale 2015 e a partire da martedì 10 novembre sarà disponibile il vaccino. 
L’invito alla vaccinazione, rivolto ai soggetti con patologie croniche, anziani e donatori di sangue, riveste un significato particolare per gli operatori delle strutture sanitarie, per le quali è gratuito e facilmente disponibile nel luogo di lavoro. 
Ed è per ricordare ancora una volta l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, per sé e per gli altri, che abbiamo chiesto al neurologo dott Riccardo Zucco di raccontare la sua esperienza di malattia, importante per gravità delle conseguenze e lunghezza del percorso di cura, affrontata all’inizio di quest’anno. 
   

Riccardo Zucco, la mia esperienza con il virus H1N1 

Quando l’amico e Direttore Sanitario Giorgio Mazzi mi ha chiesto giorni fa di raccontare pubblicamente la mia storia di malattia a sostegno della prossima campagna di vaccinazione anti-influenzale ho superato le prime perplessità che mi sono venute alla mente, una naturale riservatezza e l’istinto di tutela della privacy sulle mie condizioni di salute. Mi sono rapidamente convinto della finalità positiva che la mia testimonianza può avere per dare forza e sostegno a una campagna di sensibilizzazione determinante per la profilassi e la tutela del benessere fisico. Per chi non sapesse quanto mi è accaduto, descrivo in poche righe una vicenda personale che mi ha lasciato il segno. 

Mi sono sempre sottoposto alla vaccinazione anti-influenzale, sin dalle prime iniziative dell’Azienda offerte a tutti i dipendenti, convinto dell’utilità di questa misura preventiva. 
Solo nell’autunno 2014 per la prima volta decisi – come altri – di non sottopormi alla vaccinazione, sia per motivi personali (avevo avuto in quel periodo una forma prolungata di raffreddamento e qualche mese prima una piccola eruzione herpetica e, non essendo in condizioni cliniche ottimali, temevo un’alterazione della mia risposta immunologica), sia perché condizionato dalla campagna stampa allora in corso che evidenziava una maggiore frequenza di eventi avversi da vaccino ed anche alcune partite vaccinali ritirate dalla distribuzione per alterata produzione. 
A fine gennaio 2015, esattamente dalla mattina del 29 gennaio, iniziai una forte sindrome influenzale con malessere generale, cefalea, tosse, febbre elevata, mialgie ed artralgie diffuse. 
Nonostante trattamento sintomatico, riposo domiciliare ed anche copertura antibiotica, la forma non recedeva, si accentuava la sintomatologia ed in particolare la febbre, spesso oscillante tra 39 e 41°C. Eseguii un esame radiologico al torace che mostrava un dubbio addensamento e su consiglio pneumologico variai il trattamento antibiotico. 
Per la persistenza dei sintomi ed il peggioramento generale con comparsa di cianosi ungueale, mi feci accompagnare in ospedale nella serata del 4 febbraio 2015 per eseguire visita pneumologica in seguito alla quale fui sottoposto a emogasanalisi arteriosa. Visti gli esiti di saturazione fui inviato rapidamente in Pronto Soccorso per ricovero urgente in Rianimazione, per acuta e grave insufficienza respiratoria da polmonite diffusa bilaterale. Fui sottoposto immediatamente a NIV con casco ed a trattamento antibiotico endovenoso. 
Veniva in seguito isolato il virus influenzale H1N1 ed eseguito il trattamento antivirale specifico, proseguendo la copertura antibiotica. Nei giorni successivi, i colleghi notarono un graduale peggioramento degli scambi respiratori. Per maggiore prudenza, data la complessità clinica, in data 9 febbraio mi trasferirono alla Rianimazione I° dell’Ospedale Universitario di Parma, attrezzato con ECMO per scambi respiratori extracorporei fondamentali in caso di ulteriore aggravamento. 
Qui i miei ricordi si fermano per molte settimane durante le quali sono stato sedato farmacologicamente, tracheotomizzato e ventilato meccanicamente. Nella degenza a Parma si sono aggiunte complicanze importanti e gravi crisi respiratorie acute critiche quoad vitam. 
É passato del tempo prima che la situazione tornasse alla normalità, con un leggero miglioramento ai primi di marzo. Sono stato lentamente svezzato dal trattamento sedativo, ho ripreso conoscenza e sono stato estubato. Nelle fasi di graduale risveglio ricordo solo sogni vividi e intensi. Era il 10 marzo quando sono stato trasferito nuovamente alla Rianimazione del nostro Ospedale. Dopo alcuni giorni, dimagrito di oltre 15 Kg e astenico per il prolungato allettamento, mi ha ospitato la degenza pneumologica dopo la quale ho potuto iniziare gradualmente la fase riabilitativa a fine Marzo. Ho iniziato, così, a riprendere il cammino, dapprima assistito poi spontaneo, con progressivo recupero delle normali attività
In data 22 aprile 2015 sono rientrato al mio domicilio, dopo ben 78 giorni di degenza. Ho proseguito una lenta riabilitazione e il recupero fisico in regime ambulatoriale, insieme a numerosi controlli clinici e strumentali post-dimissione ed ho ripreso la mia attività ospedaliera il 10 Agosto scorso, a distanza di oltre sei mesi da quella mattina nella quale avevo avvertito i primi sintomi di influenza. 
Questa mia storia, fortunatamente con esito favorevole e con restitutio, vuole essere una testimonianza diretta da parte di un operatore sanitario, sulle conseguenze di una infezione influenzale da virus  H1N1 contratta in ambiente ospedaliero, con polmonite bilaterale massiva e grave insufficienza respiratoria. 
L’esperienza di passare improvvisamente da medico a paziente in condizioni critiche, il percorso della rianimazione, della tracheotomia e della sedazione farmacologica, delle fasi di lento recupero polmonare e fisiatrico, con sospensione della attività professionale per un tempo così lungo è stata unica e intensa. 
Il ritorno alla vita normale ed alla professione medica con questo recente bagaglio esperienziale, mi ha portato ad essere massimamente propositivo ed attento nella prevenzione e cura della salute
Auspico che questa mia testimonianza possa servire a tutti voi, per indurre una riflessione seria sull’importante ruolo preventivo della vaccinazione antiinfluenzale per se stessi e per limitare la diffusione del virus.
Rinnovo, ed ora anche pubblicamente, i fervidi ringraziamenti a tutti i Colleghi Medici, Infermieri ed OSS che si sono prodigati a Reggio e a Parma per le mia salute. Ho trovato umanità, comprensione, disponibilità, professionalità e mi è rimasto un ricordo unico di tutto quel periodo. 
 
di Riccardo Zucco 
S.C. Neurologia ASMN - Responsabile Centro Cefalee - Responsabile Degenza Uomini - Inc. Alta Specialità per Cefalee e Patologia neurologica complessa, Past-Coordinatore Regione Emilia Romagna SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee)