La Systems Medicine, una medicina personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa

Alfredo Cesario è stato eletto membro del Board della European Association of Systems Medicine 

Systems MedicineSi è costituita il 30 settembre scorso a Bruxelles la European Association of Systems Medicine, che raccoglie ricercatori europei degli ambiti della systems biology, bioinformatica, mathematical modelling, computer sciences e delle discipline cliniche oltre a rappresentanti dei pazienti. Il dott. Alfredo Cesario, Coordinatore dell’Ufficio Affari Internazionali del Santa Maria, è stato eletto dall’Assemblea Generale membro del Board Esecutivo di sette componenti, come Communication and Outreach Officer con delega al Marketing e Recruitment.  
 

“Un percorso lungo dieci anni” 

“Si tratta di un risultato raggiunto al termine di un percorso lungo e faticoso - spiega il dott. Cesario - La società scientifica è nata nel contesto dell'azione di coordinamento CaSym (www.casym.eu) e dell'Eranet Eracosysmed (www.eracosysmed.eu), iniziative entrambe gestite dalla Commissione Europea, dopo un percorso di circa dieci anni di aggregazione di stakeholders intorno ai comuni domini della Medicina Personalizzata, Precision Medicine e Big Data”. 
 
Systems Medicine: applicazione degli approcci di Systems Biology alla ricerca e pratica medica 
La Systems Medicine è un campo di studi relativamente recente, che è stato sviluppato finora prevalentemente negli Stati Uniti, e che sta diventando sempre più centrale nella programmazione sanitaria a tutti i livelli anche in Europa. La Systems Medicine prende spunto dagli sviluppi nella ricerca di base, in particolare la Systems Biology e tutte le discipline “omiche”, quindi ad esempio genomica, metabolomica, trascrittomica, che consentono di acquisire in breve tempo e a costi ridotti grandi quantità di informazioni a livello molecolare sulla singola persona e la singola patologia. Queste informazioni (“Big Data”, appunto) possono essere usate per analisi bioinformatiche più o meno complesse, che vanno dalla ricerca di coerenze alla costruzione di veri e propri modelli. “La sperimentazione sui tumori, ad esempio, viene fatta normalmente su cellule reali. Gli approcci di Systems Medicine puntano invece a costruire con il supporto delle computer sciences un modello informatico di cellula di quel preciso tumore, in modo da poter testare virtualmente le sue reazioni ai farmaci disponibili”, spiega il dott. Cesario. 
 
Ricerca oncologica e non solo 
La Systems Medicine è già molto sviluppata nella ricerca oncologica e si presta alla creazione di modelli. Le cellule del tumore, infatti, sono una il clone dell’altra prima che subentrino le mutazioni: “Alcuni modelli bionformatici hanno sostituito completamente gli esperimenti di laboratorio su determinate pathway cellulari”. Le patologie croniche, invece, portano con sé grandissimi livelli di complessità e, quindi, grandi difficoltà nel costruire modelli attendibili. Tuttavia gli sforzi, anche a livello di industria farmaceutica, per costruire una Systems Medicine delle patologie complesse sono enormi: “I modelli di bioinformatica possono consentire davvero una personalizzazione della medicina – afferma Cesario – Modelli sempre più accurati, che tengono conto non soltanto delle informazioni genetiche, ma anche del lifestyle, della storia clinica, della familiarità, della compliance, consentono di avere informazioni sul rischio di una persona di sviluppare una certa patologia, sulla reale necessità che assuma un farmaco, sulla sua reazione a una terapia piuttosto che a un’altra. È la cosiddetta medicina delle 4 P: personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa”. 
 
La validazione scientifica 
La sfida è oggi la validazione scientifica degli approcci di Systems Medicine. “Sono in corso trial prospettici molto severi, anche in Europa, per la validazione di modelli complessi – dice – Tuttavia bisogna fare ancora molto per migliorare la qualità dei dati a disposizione: piccoli errori nella raccolta o nell’inserimento dei dati possono avere effetti importanti nella affidabilità dei modelli”. Su questo tema, il Santa Maria e l’Ausl di Reggio Emilia hanno una carta importante da giocare: “Progetti di screening, registri tumori, casistiche ospedaliere e raccolte dati sono uno dei punti di forza della nostra realtà e possono essere il nostro modo di agganciare i consorzi internazionali di ricerca su questi temi”.