VACCINARSI: una scelta di salute

Intervista a Giacomo Magnani, direttore della Struttura di Malattie Infettive: il nuovo vaccino tiene conto della recente mutazione del virus 

Vaccinazione antinfluenzaleE’ partita la campagna di vaccinazione 2015. L’influenza costituisce un serio problema sanitario per la sua contagiosità e per la possibilità di dar luogo a gravi complicanze. La vaccinazione antinfluenzale è consigliata vivamente a tutti coloro che appartengono alle categorie considerate a rischio, soprattutto per prevenire le complicanze di particolare gravità e il ricovero in ospedale. 
Durante la campagna di vaccinazione antinfluenzale della scorsa stagione si è registrato, purtroppo, un calo nell’adesione alla vaccinazione da parte della popolazione in tutto il territorio regionale e nazionale. Nella provincia di Reggio Emilia complessivamente sono state vaccinate 77mila 985 persone (circa 85.157 l’anno precedente), raggiungendo una copertura vaccinale nei soggetti ultra64enni pari al 54,9% (nella campagna 2013-2014 era stato raggiunto il 58,9%). La stagione influenzale appena trascorsa si è dimostrata di particolare intensità sia per gli elevati tassi di incidenza di malattia, sia per il numero di casi gravi e di decessi. 
La stima complessiva di persone nella nostra regione colpite dall’influenza durante tutta la stagione è di circa 572.000, il 13% della popolazione totale. La Regione Emilia-Romagna è stata una fra le aree maggiormente colpite dall’epidemia influenzale in Italia. Nella nostra provincia lo scorso anno ci sono stati 11 casi gravi (con ricovero in rianimazione), ma per fortuna nessun decesso. E’ quindi particolarmente importante che le persone più esposte al rischio di gravi complicanze ricevano la vaccinazione antinfluenzale. 
Sull’argomento abbiamo sentito il dottor Giacomo Magnani, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Arcispedale Santa Maria Nuova che partecipa come testimonial alla campagna antinfluenzale 2015. 

Per chi è indicata la vaccinazione? 

Sono due gli aspetti fondamentali su cui occorre porre l’attenzione. Anzitutto il vaccino è indicato per le persone che sono a rischio di avere complicanze anche gravi legate direttamente o indirettamente al virus dell’influenza. Oltre ai disturbi connessi all’influenza stagionale, esistono patologie compromettenti che si possono in contemporanea associare. Per gli anziani parliamo, ad esempio, di polmonite batterica o scompenso cardiaco. In questo senso il vaccino è orientato alle categorie cosiddette “a rischio”, vale a dire tutti coloro che hanno più di 65 anni e a chi soffre di patologie severe di fegato, polmoni e cuore e a tutti gli immunodepressi indipendentemente dall’età.  

In secondo luogo invece?  

Il vaccino è indicato per chi lavora in servizi essenziali per la società come personale sanitario, vigili del fuoco e forze dell’ordine. Per gli operatori sanitari c’è un’ulteriore e importante indicazione: potrebbero trasmettere il virus influenzale a chi stanno assistendo e curando. Il virus può essere trasmesso anche il giorno prima della comparsa dei sintomi, pertanto se sono in servizio rischio di trasmettere il  virus a chi curo anche se sono asintomatico. Questo in molti casi nonostante il paziente sia vaccinato, in quanto la copertura del vaccino non è totale, va dal 30 al 70%. Vaccinarsi contro l’influenza per il personale sanitario è quindi un dovere etico. Non è solo per coprire se stessi, ma in special modo per non favorire che si ammalino gli altri. 

Com’è stata la stagione scorsa? 

Nella stagione 2014-2015 l’andamento dell’epidemia influenzale stagionale è stato più grave che negli anni passati, mettendo a letto il 13% della popolazione italiana. Questo trend dello scorso inverno è da mettere in relazione al fatto che il virus stagionale che da decenni circolava nel nostro emisfero è improvvisamente mutato rendendo inefficace non solo il vaccino ma anche la immunizzazione spontanea acquisita nei decenni passati in chi ha sviluppato l’infezione con il vecchio ceppo virale. Quest’anno il vaccino è stato preparato tenendo conto di queste mutazioni e chi si vaccina sarà protetto verso il nuovo ceppo, chi non si vaccina rischia invece di infettarsi, più che negli anni passati, per l’assenza di immunizzazione verso il virus circolante mutato. 

Il vaccino come viene realizzato? 

Il vaccino stagionale viene preparato utilizzando i ceppi virali del virus A pandemico ed epidemico e del virus B circolanti nella fase finale della stagione precedente. Dal momento che nella stagione passata vi è stato un importante cambiamento antigenico (mutazione antigenica) di H3N2 ed in parte del virus B, il vaccino per la stagione 2015-2016 è stato aggiornato e conterrà: - la variante A/California/7/2009 (H1N1), presente anche nel vaccino della scorsa stagione - una nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 (A/Switzerland/9715293/2013), che sostituirà il ceppo A/Texas/50/2012 contenuto nel vaccino della scorsa stagione - una nuova variante di tipo B (B/Phuket/3073/2013), appartenente sempre al lineaggio B/Yamagata/16/88, in sostituzione del precedente ceppo vaccinale, B/Massachusetts/2/2012.

Quali sono i sintomi influenzali? E quando sarà il picco? 

In Italia, l’influenza si manifesta  prevalentemente, tra dicembre e marzo e si risolve nell’arco di cinque-sette giorni, anche se tosse e malessere generale possono perdurare per due o più settimane. Il quadro clinico è caratterizzato da febbre che si manifesta bruscamente e che può durare circa tre giorni, accompagnata da brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite. La febbre è generalmente più elevata nelle infezioni provocate dai virus del tipo A, mentre in quelle causate da quelli del tipo B si mantiene a livelli più bassi. 

Ci sono differenze per categorie di persone? 

Nei lattanti, in genere, la febbre non si manifesta, ma si osservano vomito e diarrea. Anche negli anziani (oltre i 75 anni) la febbre rimane bassa, l’insorgenza dei disturbi è graduale e comporta soprattutto debolezza, dolori articolari e stato confusionale. Specie nei soggetti obesi, nelle gravide al terzo trimestre, il quadro può complicarsi con grave insufficienza respiratoria legata a danno polmonare diretto del virus. L'influenza può inoltre complicarsi con manifestazioni neurologiche tipo encefalite o sindrome di Guillain Barre o con infezioni batteriche a carico delle vie aeree superiori e del polmone (polmonite, otite etc): queste si manifestano generalmente dopo una settimana dall'inizio dei sintomi di influenza, quando il paziente comincia a star bene e sono dovute generalmente da pneumococco e in alcuni casi da stafilococco aureo con quadri di polmonite necrotizzante rari ma talvolta fatali.