Un Laboratorio di Ricerca al servizio dell’ospedale: intervista ad Alessia Ciarrocchi

Supporto sperimentale e progettuale per tutti i professionisti e più progetti di tipo molecolare, cosi la ricerca si avvicina alla clinica 

Laboratorio ASMNAumentare la competitività della ricerca e mettersi in rete con le strutture cliniche e i gruppi di ricerca dell’ospedale: sono fra le priorità del Laboratorio di Ricerca Traslazionale che, a due anni dalla sua realizzazione, sta cambiando marcia. 
“Il Laboratorio rappresenta una importante risorsa che dovrà essere sempre più integrata e messa a servizio della ricerca dell’ospedale” conferma Alessia Ciarrocchi, ricercatrice e biologa cui da settembre è stata affidata la funzione di coordinamento. 
  

Le due sfide del Laboratorio 

Secondo la dott.ssa Ciarrocchi, due sono le principali sfide che il Laboratorio dovrà affrontare nei prossimi mesi.
“In primo luogo – spiega – il Laboratorio deve diventare un punto di riferimento per tutti i professionisti dell’ospedale che hanno la curiosità e la voglia di fare ricerca. È proprio dalla pratica clinica, dal lavoro quotidiano dei professionisti dell’ospedale che possono nascere idee e progetti di ricerca, sui quali i ricercatori che vi lavorano possono dare un contributo importante. Tale contributo potrà essere in termini sperimentali, attraverso l’analisi di variabili molecolari su specifiche casistiche, sia attraverso l’offerta di supporto per la stesura di progetti che necessitino di integrare analisi di tipo molecolare e informazioni cliniche. Procedendo in questa direzione il Laboratorio potrà diventare realmente una struttura di servizio”. 
L’altra sfida consisterà nel puntare ancora più in alto nel livello e nell’impatto scientifico di progetti di ricerca sul versante molecolare, vale a dire sui progetti che nascono in laboratorio. 
“La ricerca molecolare ha conosciuto nel corso dell’ultimi decenni un vero e proprio sconvolgimento di orizzonti” spiega Ciarrocchi “Molti dei paradigmi sui quali siamo stati formati durante i nostri studi sono stati messi in discussione. Questo cambiamento, unito allo straordinario sviluppo delle tecnologie a disposizione, pone oggi i ricercatori in una situazione ideale per sviluppare progetti importanti. Da parte nostra dobbiamo raccogliere la sfida e non aver paura di osare nella pianificazione e realizzazione della nostra ricerca”.  
La possibilità di collaborare a stretto contatto con i clinici è fondamentale. Come spiega chiaramente Ciarrocchi “Serve a definire con più efficacia i contesti in cui la nostra ricerca deve inserirsi per essere utile e innovativa e consente di verificare le nostre osservazioni in un ambito clinico, aumentando il valore delle nostre scoperte e facilitando il trasferimento delle stesse nella pratica clinica”.
 

Alta tecnologia e team giovane  

Realizzato su sollecitazione del Ministero della Salute a seguito del riconoscimento come IRCCS, il Laboratorio può contare sulle più avanzate tecnologie, sia in termini di strumenti che per quanto riguarda gli approcci sperimentali a disposizione. Conta oggi 17 ricercatori, tra biologi, biotecnologi e chimici, tutti giovani, oltre a un tecnico. “Nel Laboratorio c’è grande entusiasmo – conclude la dott.ssa Ciarrocchi – L’obiettivo è quello di crescere insieme, favorendo l’indipendenza e l’autonomia dei ricercatori più esperti e coltivando attraverso la formazione sul campo le competenze dei ricercatori più giovani, in modo particolare degli studenti di dottorato e di quelli in tirocinio per la tesi di laurea”.