Neurofisiologia intraoperatoria: Il Santa Maria Nuova diviene punto di riferimento

Intervista a Luisa Motti: “Saremo tutor a livello nazionale per medici e tecnici” 

Clicca sull'immagine per ingrandirla - Equipe NeurofisiologiaI professionisti della Neurofisiologia clinica del Santa Maria Nuova, inserita nella Struttura Complessa di Neurologia diretta dalla dottoressa Norina Marcello, saranno tutor per medici e tecnici provenienti da tutto il territorio nazionale nell’ambito del monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio. La Società Italiana di Neurofisiologia Clinica (SINC), ha riconosciuto alla struttura semplice dell’Azienda ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia, della quale è responsabile la dottoressa Luisa Motti, il titolo di Centro di formazione per la specialità di Neurofisiologia intraoperatoria Emilia Romagna che vede Reggio Emilia insieme a Modena e Ferrara. 
Abbiamo rivolto alcune domande alla dottoressa Motti. 
 

Come avviene il monitoraggio neurofisiologico? 

Gli interventi neurochirurgici prevedono un team operatorio multi specialistico. Oltre alla équipe di sala sono presenti il neurochirurgo, l’anestesista, il neurofisiologo, i tecnici di neuro fisiopatologia. Monitorare significa rilevare con tecnologie dedicate i segnali elettrici (elettrofisiologici) provenienti dal sistema nervoso centrale e periferico. Il rilevamento è on line durante tutte le manovre chirurgiche. Variazioni del segnale rappresentano un rischio reversibile per esiti funzionali, permettendo al neurochirurgo di mettere in atto strategie alternative. 

 
Cosa cambia con il riconoscimento di centro di formazione?

Non tutti i neurofisiologi sono formati per effettuare il monitoraggio intraoperatorio e qui sta il significato dell’accreditamento che la società nazionale propone. Sono poche in effetti le Neurofisiologie in grado di attuarlo. Il monitoraggio neurofisiologico, che accompagna l’atto chirurgico, ha lo scopo di ridurre le possibili conseguenze negative per il paziente e di migliorare i risultati dell’intervento. 

Come è stato attribuito questo riconoscimento?

Dopo avere svolto una attenta analisi della casistica dei monitoraggi intraoperatori, del personale di neurofisiologia dedicato, degli strumenti e delle strutture disponibili, la Società Italiana di Neurofisiologia Clinica ha accreditato le unita operative di neurofisiologia idonee sul territorio nazionale.

Quali le ricadute concrete?

La Neurofisiologia rappresenta uno dei settori di maggiore progresso della moderna Neurochirurgia. Laddove, tradizionalmente, il chirurgo si era basato su un’informazione puramente anatomica nel decidere la migliore strategia chirurgica per operare sul cervello o sul midollo spinale, vi è ora la possibilità di acquisire preziose informazioni funzionali. Nell’asportazione di un tumore sul midollo spinale, ad esempio, c’è un alto rischio di conseguenze dannose. Il neurofisiologo e i tecnici lavorano a stretto contatto con il neurochirurgo, registrano i segnali elettrofisiologici e segnalano eventuali variazioni che possono costituire un rischio funzionale. Grazie a queste informazioni il chirurgo può fermarsi e studiare un modo diverso di procedere.

Qual è la storia di questa materia?

Lo sviluppo di questa disciplina è nato in risposta a due esigenze.:

  1. L’evidenza clinico-scientifica che una maggiore radicalità chirurgica aumenti sia gli indici di sopravvivenza dei pazienti che quelli di qualità di vita. 

  2. La necessità di minimizzare eventuali deficit neurologici conseguenti all'intervento, visti i costi umani e sociali e l'aumentato contenzioso medico-legale. 

Da quando viene attuato al Santa Maria Nuova e qual è la casistica? 

Alla fine degli anni 90 si sono eseguiti monitoraggi neurofisiologici in sala operatoria in modo occasionale e per esigenze eccezionali con il neurochirurgo e con il chirurgo otorino. Queste esperienze sono state stimolanti ed hanno dato il via al percorso di studio e apprendimento che ha coinvolto negli anni sia i neurofisiologi medici che i tecnici.
Dal 2008 l’attività si è strutturata in quanto sono stati definiti il personale da dedicare, gli strumenti, i turni. Nel 2014, ad esempio, i monitoraggi sono stati 30, con una media 1,5 alla settimana. Gli interventi riguardavano tumori, malformazioni vascolari, sirngongomielia. Un terzo dei pazienti proveniva da fuori regione. 
 

Che cosa significa essere Centro di Formazione?  

Il riconoscimento di centro di formazione equivale a essere una scuola  in ambito nazionale. Il centro ha il compito di "formare" neurofisiologici che vogliono dedicarsi alla neurofisiologia intraoperatoria con lezioni frontali e addestramento sul campo. Il percorso didattico è condiviso con la Neurofisiologia degil ospedali di Modena e Ferrara per compiti specifici, così da fornire competenze su tutta l’area del monitoraggio neurologico: midollo spinale a Reggio, encefalo a Ferrara, stimolazioni del sistema nervoso centrale “deep brain stimolation” a Modena. Il candidato avrà l’opportunità di fruire di un addestramento completo. Potrà concludere la casistica richiesta (60 casi di interventi in un periodo di 6 -24 mesi), presentarsi all'esame finale di fronte a una commissione esterna nominata dalla Società Italiana di Neurochirurgia. 
 

Com’è composta a oggi l’equipe del Santa Maria Nuova che si occupa di monitoraggio intraoperatorio durante gli interventi di cui parliamo? 

È una squadra ben assortita con alle spalle un grande lavoro di equipe fatto di collaborazione costante, di aggiornamento e studio continuo, per metodiche sempre in evoluzione. Il Il monitoraggio neurofisiologico richiede risorse di personale e di tempo. Il team di neurofisiologia intraoperatoria si deve spesso adeguare a esigenze chirurgiche non sempre programmabili, improvvisando sedute operatorie della durata di molte ore che capitano nel contesto dell’usuale attività ambulatoriale di neurofisiologia. Questa disponibilità è di certo la caratteristica che ha dato impulso maggiore a proseguire.
Il Team Monitoraggio Neurofisiologico Intraoperatorio (IOMN) dedicato vede: dott.ssa Luisa Motti Responsabile di struttura semplice (tutor certificatore), dott.ssa Rossella Sabadini (tutor), i tecnici di neurofisiologia Gabriella Torre (tutor certificatore), Claudio Basile (tutor), Francesca Ferrari. 

Nella foto: l'equipe di Neurofisiologia