Reggio Emilia-New York e ritorno: l’esperienza di Valentina Fragliasso

La ricercatrice del Laboratorio di Ricerca Traslazionale racconta i dodici mesi trascorsi negli States a studiare i linfomi e parla del suo futuro come ricercatrice al Santa Maria 

La ricercatrice Valentina Fragliasso“L’esperienza all’estero è fondamentale nella carriera di un ricercatore”. Non ha dubbi Valentina Fragliasso, biotecnologa con un PhD in Medicina Molecolare e Rigenerativa, tornata in Italia a febbraio dopo 12 mesi di stage in un laboratorio di ricerca di New York: “Lavorare all’estero - dice - è stata un’esperienza personale e professionale importantissima: mi ha permesso di entrare in un laboratorio che fa ricerca ad altissimi livelli, creare contatti e prospettive di collaborazione, partecipare a progetti molto promettenti”. 
La dott.ssa Fragliasso ha lavorato per un anno presso il Weill Cornell Medical College nel laboratorio di Patologia e Medicina di Laboratorio diretto dal Prof. Giorgio Inghirami. L’opportunità le è arrivata grazie al programma IOxTE della Fondazione GRADE che sostiene scambi ed esperienze internazionali di medici e ricercatori dell’Ematologia di Reggio Emilia. Per dodici mesi è stata impegnata in un progetto di ricerca particolarmente innovativo sui linfomi anaplastici a grandi cellule, in particolare sulla loro classificazione e stratificazione attraverso i long non-coding RNA. Sono questi dei filamenti di RNA non codificante che rappresentano, oggi, una delle frontiere della ricerca sui linfomi e non solo. “In un solo anno di ricerca - spiega - siamo riusciti a identificare un set di long non-coding RNA sicuramente correlati al tumore: un risultato inaspettato in un lasso di tempo così ridotto”. 
Da febbraio, la dott.ssa Fragliasso è rientrata al Santa Maria con una borsa di studio che le permetterà di continuare nel Laboratorio di Ricerca Traslazionale il progetto iniziato a New York: “Questo è un laboratorio giovane e molto dinamico: qui ci sono tutte le tecnologie, le expertise e le possibilità per portare a termine un progetto tanto ambizioso”, conferma. 
“La crescita dei nostri ricercatori, sia dal punto di vista delle competenze che del curriculum, è strategica per il nostro Istituto - aggiunge il Direttore Scientifico Massimo Costantini - L’esperienza all’estero è uno dei modi migliori perché i nostri giovani ricercatori imparino il metodo di lavoro e stringano rapporti di collaborazione. Il terreno di riferimento sul quale la ricerca del Santa Maria dovrà misurarsi sarà sempre più quello internazionale: abbiamo bisogno di aumentare le nostre collaborazioni all’estero e di divenire sempre più competitivi nella partecipazione ai bandi europei”. 

Foto: la ricercatrice Valentina Fragliasso  -  la ricercatrice in collegamento da New York  -  il Weill Cornell Medical College