72 ore nelle zone colpite dal terremoto

Ospitiamo volentieri la testimonianza di Tania Serri, anestesista del Santa Maria Nuova inviata con la equipe del 118 della Emilia Romagna a poche ore di distanza dalla scossa fatale 

Tania Serri nelle zone colpite dal sismaDinnanzi ad una devastazione come quella dei paesi colpiti non potevo dire di no alla mia partenza in loro aiuto. 
La macchina dei soccorsi si è messa in moto immediatamente e noi siamo stati contattati nella mattina che ha seguito le scosse. Il gruppo medico dell'Emilia-Romagna era costituito da due rianimatori e due infermieri appartenenti ai Servizi 118 di Parma e Bologna. 
Assieme a me era presente il dottor Pagliarini primario di anestesia presso l'ospedale di Scandiano e Montecchio. Le notizie sulla partenza sono state altalenanti e contraddittorie sino al tardo pomeriggio, quando alle 16:00 vi è stata la certezza del viaggio. 
Durante il percorso siamo stati destinati alla località Montegallo in provincia di Ascoli Piceno ove i soccorsi non erano ancora arrivati e dove siamo stati i primi come 118 dell'Emilia-Romagna a prestare servizio. 
Siamo giunti in tarda serata e non abbiamo trovato nell'immediato situazioni di criticità medica. 
Andava comunque allestito un campo base di prestazioni mediche avanzate poiché vi erano diverse situazioni complesse da gestire. Nella notte poi ci siamo recati anche ad amatrice ove la situazione era terribile: purtroppo in questo caso il nostro aiuto si è limitato all'osservazione. 
Nella mattinata seguente, nella zona di Montegallo, abbiamo deciso di allestire un campo medico dedicato ai pazienti cronici che necessitavano di terapie e purtroppo non avevano a disposizione né documentazione medica né medicine in quanto rimaste nelle case inagibili. 
Un aiuto fondamentale è giunto dai medici di base che sin dalla sera precedente erano venuti a dare la loro disponibilità per aiutarci nella gestione della popolazione colpita. 
Se nelle prime ore le problematiche mediche erano prevalentemente di tipo gestionale della carenza di farmaci e della organizzazione delle terapie, nei giorni successivi abbiamo assistito alla componente psicologica della tragedia. 
Nonostante la grande forza di carattere di questa popolazione, tuttavia, hanno preso piede i cedimenti: attacchi di panico, pianti inconsolabili nei bambini, senso di stordimento. 
Ma mai, neppure per un secondo, ho udito nelle parole di questa gente la volontà di arrendersi quanto piuttosto di ricreare e ricostruire insieme. 
La nostra esperienza è durata 72 ore, tetto massimo temporale consentito di permanenza nel territorio colpito del personale sanitario nella prima fase della maxi emergenza. 
Non nego che il rientro sia stato difficile. 
Difficile perché il pensiero era spesso a quelle popolazioni e difficile perché in quei giorni ci siamo sentiti tutti una grande famiglia... E lasciare la famiglia costa sempre molta fatica... 
Ringrazio di cuore la Direzione sanitaria ed i colleghi del Servizio di Anestesia rianimazione che con i loro sforzi mi hanno reso possibile partire per questa missione. 
 
Nelle foto: Tania Serri nelle zone colpite dal sisma   -   L'equipe del 118 dell'Emilia Romagna