Alice nel Paese delle Non Malattie: come sfatare patemi inutili, paranoie estetiche e altre invenzioni della pubblicità

Grande interesse per l’appuntamento con gli studenti che ha concluso la settimana-evento dedicata alla ricerca 

Alice nel Paese delle Non MalattieL’obesità è una malattia? E le intolleranze alimentari? È corretto dire che i rimedi omeopatici non sono farmaci? Come capire se si ha a che fare con la pubblicità ingannevole o con il complottismo? Che differenza c’è tra vera e falsa prevenzione? Tre ore di dibattito partecipato, un estratto dalla piéce teatrale “Farmageddon”, un filmato del 1966 proveniente dalle Teche Rai e un altro sulle malattie immaginarie e gli pseudo farmaci per guarirle. Così, tra innumerevoli spunti e quesiti curiosi, si è svolto Alice nel paese delle non malattie, evento conclusivo della Settimana della Ricerca “Chiricercacura” con cui l’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova ha incontrato gli studenti del Liceo Classico Ariosto, dei Licei scientifici Spallanzani e Moro e del Bus Pascal.
L’incontro, aperto dai saluti di benvenuto del direttore generale Antonella Messori, ha preso le mosse da un brano tratto dall’opera teatrale Farmageddon, l’ultimo uomo sano. Uno spettacolo grottesco il cui titolo é la deformazione di Armageddon, l’Apocalisse, in riferimento a un mondo ipotetico nel quale la medicalizzazione invadente e onnipresente finisce per produrre più danni che benefici. L’attore Mario Spallino ha catturato l’attenzione dei giovani presenti vestendo i panni del fanatico della salute che tiene monitorati in modo ossessivo stile di vita ed esiti di esami diagnostici.
Il talk show, condotto dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, ha visto sul palco i direttori sanitari dell’Arcispedale Giorgio Mazzi e dell’Azienda Usl di Reggio Emilia Cristina Marchesi e il direttore scientifico dell’Irccs Massimo Costantini che hanno posto al centro della discussione i corretti stili di vita, l’importanza delle vaccinazioni e i falsi miti correlati, gli screening per la diagnosi precoce, il no al “Fai da te”. Ne è scaturito un vivace dibattito in cui gli studenti si sono rivelati preparati e desiderosi di confronto.
Il sottile confine tra quello che è malattia e quello che non lo é è stato investigato secondo diversi punti di vista perché “Le malattie - ha spiegato il giornalista scientifico e presidente del Comitato etico di Reggio Emilia Roberto Satolli - non sono qualcosa che esiste in natura, ma un concetto che viene deciso, un costrutto culturale che cambia con il progredire della conoscenza”. 
Sotto accusa il marketing delle case farmaceutiche e le false informazioni veicolate da siti web privi di basi scientifiche. I relatori hanno invitato i ragazzi a cercare sempre la voce più attendibile, a chiedere le prove di evidenza, a confrontare le fonti, a non lasciarsi abbindolare da slogan che inducono a spendere tempo e denaro per “guarire” da pseudo malanni che, in realtà, sono fenomeni naturali legati alle diverse fasi della vita. Scarsa concentrazione, calvizie, lentiggini, cellulite, vaccini e disturbi alimentari, tantissimi e vari i temi e i dubbi sollevati dagli studenti. Non sono mancate le domande scomode: “Viviamo in una società in cui ci è richiesto di vivere sempre al top, cosa ne pensate dei cosiddetti “aiutini” ovvero le smart drugs?”, “Voi che demonizzate internet non dovreste impegnarvi al massimo per promuovere la corretta informazione?” e ancora “Cosa ne pensate del fatto che la normativa americana richiede sia presente sui preparati omeopatici la specifica che non si basano su evidenze scientifiche?”. A ogni domanda si è cercato di dare la migliore risposta. Nella consapevolezza che alcuni quesiti rimangono ancora aperti, il messaggio essenziale è stato l’invito agli studenti a sviluppare senso critico e capacità di informarsi da fonti attendibili, presupposti che saranno loro utili per affrontare tante scelte future.