Terapia con 90Y-Zevalin

Lo 90Y-Zevalin è un anticorpo monoclonale (ibritumomab tiuxetano) legato ad un radioisotopo che emette radiazioni beta. Il radiofarmaco rappresenta una innovazione tecnologica di estrema importanza in campo ematologico nel trattamento di alcune forme di linfoma non Hodgkin. Infatti esso coniuga le caratteristiche di un anticorpo diretto contro un particolare antigene di superficie presente nei linfociti B neoplastici (CD20) con quelle di una radioterapia mirata direttamente al tessuto tumorale.

In numerosi studi clinici condotti su pazienti affetti da linfoma non Hodgkin, lo Zevalin si è dimostrato estremamente attivo nelle forme di malattia resistente o refrattaria ai trattamenti convenzionali.

Attualmente la radioimmunoterapia con Zevalin viene impiegata solo in alcune forme di linfoma non Hodgkin (linfoma follicolare a cellule B, con espressione dell’antigene CD20). E’ tuttavia prevedibile che tale trattamento possa in futuro essere esteso anche ad altre forme di linfoma non Hodgkin. Studi sulla efficacia-tollerabilità del trattamento hanno dimostrato una ottima risposta clinica in una rilevante percentuale di pazienti (risposta nel 70-80% dei casi).

Si tratta di un trattamento molto costoso e che richiede un approccio multidisciplinare, nel quale sono coinvolti diversi operatori sanitari (ematologo, medico nucleare, radiochimico, personale infermieristico e fisico sanitario): è pertanto necessaria una stretta collaborazione per garantire l’ottima riuscita di tutte le fasi del trattamento.

Trattandosi di una radioterapia a tutti gli effetti, il trattamento rende consigliabile una breve degenza (“ricovero protetto”) nel reparto di radioterapia metabolica (D.L. 187/2000); il paziente viene inoltre preliminarmente informato da parte del personale medico sui rischi connessi alla somministrazione di radiazioni ionizzanti e sulle modalità di comportamento da seguire ai fini della radioprotezione della popolazione.

La sostanza che emette la radiazione beta è l’ittrio-90: le radiazioni emesse sono caratterizzate da una penetrazione nel tessuto tumorale estremamente efficace, con una emivita fisica di 64 ore.

La capacità di irradiare il tessuto tumorale entro un raggio massimo di 5 mm rappresenta una caratteristica fondamentale a scopo terapeutico, poiché consente alla radiazione di distruggere non solo il tessuto malato che esprime l’antigene CD20 ma di raggiungere anche le cellule tumorali che non esprimono tale antigene. Nello stesso tempo la radiazione introdotta nel paziente non attraversa il corpo, rendendo pertanto pressoché nulla la irradiazione delle persone circostanti. Anche il rischio di contaminazione ambientale da “eliminazione” della radioattività non pone significative problematiche radioprotezionistiche se vengono seguite banali norme di comportamento dopo la dimissione dal reparto di terapia metabolica. A tale riguardo occorre prestare attenzione soprattutto all’eliminazione urinaria, almeno nella settimana successiva alla dimissione.

Si consiglia inoltre di non soggiornare per lunghi periodi di tempo in luoghi sovraffollati, evitando comunque il contatto con bambini e con donne gravide.

 

PERCORSO DEL PAZIENTE

E' prevista una Visita Medico Nucleare in cui vengono effettuate le valutazioni su: emocromo (Piastrine > 100.000, HB > 10 – GB > 2500), funzione renale, reazioni indesiderate nel corso della precedente infusione dell’ ab freddo, BOM (è controindicazione assoluta una infiltrazione midollare > 25%)

Vengono spiegati i possibili rischi: Reazioni allergiche o da ipersensibilità, Mielotossicità, Possibilità di infezioni, possibilità di induzione di nuovi tumori (frequenza molto bassa ma non trascurabile)

Illustrato il programma terapeutico:

  • giorno 1 (giovedì): somministrazione di Rituximab c/o il DH Ematologico
  • giorno 7 (mercoledì): ricovero c/o medicina nucleare il pomeriggio (ore 15.00) con controllo dell’emocromo
  • giorno 8 (giovedì): somministrazione di Rituximab e a seguire la somministrazione di Zevalin c/o il reparto di Medicina Nucleare.
  • giorno 9 (venerdì): dimissione dal reparto di Medicina Nucleare in mattinata.

 

Il giorno della somministrazione sarà inoltre sottoposto alle donne in età fertile un test di gravidanza.

Ultimo aggiornamento: 22/11/21