Terapia delle metastasi dolorose ossee da neoplasia prostatica con alfa-emittenti

TERAPIA RADIOMETABOLICA CON 223 RADIO-DICLORURO (Xofigo)

 

Introduzione

Lo sviluppo del tumore della prostata dipende da molti fattori, tra cui la presenza nel sangue circolante e nella prostata di ormoni maschili. Per controllare la malattia è molto importante quindi mantenerne bassi i livelli nel sangue degli ormoni maschili attraverso un trattamento ormonale. Può tuttavia accadere che il tumore non risponda più alla terapia ormonale diventando in parte resistente: in questi casi, la malattia tende a crescere e a diffondersi in altri tessuti e organi. 
Il tumore della prostata, può interessare le ossa determinandone una fragilità che può causare dolore, limitazione nei movimenti, fratture ostacolando notevolmente le normali attività quotidiane. 
Il controllo della malattia e la prevenzione di queste complicanze costituiscono un unico obiettivo nella cura del tumore. 
La terapia radiometabolica prevede l’utilizzo di farmaci che possono emettere radiazioni di tipo alfa, beta o gamma, radiazioni che sono diverse tra loro per energia emessa e raggio d’azione. I farmaci emettitori di particelle alfa, come il Radio 223 (emivita di 11,4 giorni), sono caratterizzati da un’elevata potenza e da un ridotto raggio d’azione permettendo, quindi, di distruggere solo le cellule tumorali che si trovano nelle immediate vicinanze della lesione. 
I radiofarmaci vengono forniti in strutture cliniche appositamente designate indicate e autorizzate ad opera di personale qualificato come il nostro istituto. Non ci sono particolari precauzioni da adottare durante la somministrazione. 
Questo radiofarmaco (Xofigo) può permettere di ritardare complicanze scheletriche e di ottenere esclusivamente effetti terapeutici nel controllo del dolore. 

Indicazioni terapeutiche

Xofigo è indicato per il trattamento di soggetti adulti affetti da carcinoma prostatico resistente alla castrazione, con metastasi ossee sintomatiche e senza metastasi viscerali note.
Dopo valutazione del paziente da parte di un medico nucleare qualificato, il radiofarmaco viene somministrato per endovena (iniezione lenta, durata circa un minuto) in regime di ricovero in Terapia Radiometabolica (gruppo di salita 2, piano 0) esclusivamente da personale autorizzato a manipolare i radiofarmaci.
Il trattamento con Xofigo consiste in un’attività di 55 kBq per kg di peso corporeo, somministrata ad intervalli di 4 settimane per 6 iniezioni.
La sicurezza e l’efficacia associate a più di 6 iniezioni di Xofigo non sono state studiate.
Poiché l’escrezione urinaria è minima e l’eliminazione avviene principalmente attraverso le feci, non si ritiene che l’insufficienza renale abbia effetti sulla farmacocinetica del radio-223 dicloruro.
Non si ritiene necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale.

Informazioni per il paziente

Il paziente verrà sottoposto alla terapia dopo visita specialistica Oncologica e Medico Nucleare. 
Il trattamento viene effettuato di norma il venerdì mattina nelle stanze della struttura protetta di Terapia Radiometabolica (gruppo salita 2, piano 0). La somministrazione dura circa un minuto e il paziente sarà libero di uscire dall'istituto in giornata opportunamente informato sulle norme comportamentali che dovrà tenere a domicilio. All'atto della dimissione il paziente sarà informato sulla data della seduta successiva.

Controindicazioni

Non ci sono controindicazioni note all’uso di Xofigo.

Principali precauzioni d’impiego

In presenza delle seguenti patologie il trattamento con Xofigo sarà valutato attentamente dal Medico Nucleare per la possibilità di insorgenza di effetti indesiderati e analizzato il rapporto rischio/beneficio:

  • Soppressione midollare
  • Malattia di Crohn e colite ulcerosa
  • Compressione del midollo spinale
  • Fratture ossee
  • Osteonecrosi della mandibola
Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione

Non sono stati effettuati studi clinici d’interazione.
Un’interazione con calcio e fosfonati non può essere esclusa, pertanto una sospensione dell’integrazione con queste sostanze e/o vitamina D deve essere presa in considerazione alcuni giorni prima di iniziare il trattamento con Xofigo.
Un trattamento concomitante con chemioterapia e Xofigo può avere effetti additivi sulla soppressione midollare.La sicurezza e l’efficacia del trattamento concomitante con chemioterapia e
Xofigo non sono state stabilite.

Reazioni avverse

Le reazioni avverse osservate più frequentemente (≥ 10%) in pazienti trattati con Xofigo sono state diarrea, nausea, vomito e trombocitopenia.
Reazioni più rare sono neutropenia e reazioni in sede di iniezione.

Meccanismo d'azione

Xofigo è un agente terapeutico che emette particelle alfa.
Il suo principio attivo radio-223 (sotto forma di radio-223 dicloruro) mima il calcio e si lega selettivamente all’osso, in particolare alle aree interessate da metastasi ossee, tramite la formazione di complessi con il minerale osseo idrossiapatite. L’elevato trasferimento lineare di energia da parte degli emettitori alfa (80 keV/micrometro) induce un’alta frequenza di rotture della doppia elica del DNA delle cellule tumorali adiacenti, con conseguente potente effetto citotossico.
Anche effetti addizionali sul microambiente del tumore, compresi osteoblasti ed osteoclasti, contribuiscono all’efficacia in vivo.
Il raggio d’azione delle particelle alfa emesse dal radio-223 è inferiore a 100 micrometri (meno di 10 diametri cellulari), il che riduce al minimo il danno ai tessuti normali circostanti.
Dopo iniezione endovenosa, il radio-223 viene rapidamente eliminato dal sangue e incorporato soprattutto nell’osso e nelle metastasi ossee, oppure escreto nell’intestino.
Quindici minuti dopo l’iniezione, nel sangue è stato riscontrato il 20% circa dell’attività iniettata. A 4 ore, rimaneva nel sangue il 4% dell’attività iniettata; tale percentuale è scesa sotto l’1% a 24 ore dopo l’iniezione.
Dieci minuti dopo l’iniezione, è stata riscontrata attività nell’osso e nell’intestino. Il livello di attività nell’osso è stato compreso tra 44% e 77% a 4 ore dopo l’iniezione.
Non è stata osservata alcuna captazione significativa in altri organi come cuore, fegato, reni, vescica e milza a 4 ore dopo l’iniezione.
Il radio-223 è un isotopo che decade e non viene metabolizzato.
L’escrezione fecale è la principale via di eliminazione dall’organismo. Il 5% circa è escreto nelle urine e non vi è alcuna evidenza di escrezione epatobiliare.
Le valutazioni dosimetriche corporee a 7 giorni dopo l’iniezione (dopo correzione per il decadimento) indicano che una mediana del 76% dell’attività somministrata è stata escreta dall’organismo. 


 

Ultimo aggiornamento: 20/06/16