Terapia a scopo ablativo con 131Iodio nel Carcinoma tiroideo differenziato

Introduzione

Il carcinoma papillare ed il carcinoma follicolare della tiroide, definiti carcinomi tiroidei differenziati (CTD), costituiscono circa l’1% dei tumori maligni umani, con incidenza compresa fra lo 0.5 e il 10 per 100.000 per anno in rapporto alle popolazioni esaminate. Il CTD è la più frequente neoplasia endocrina e ha un impatto socio-sanitario significativo, ove si consideri che la sua prevalenza è analoga o superiore a quella del mieloma, del morbo di Hodgkin e dei carcinomi dell’esofago o della laringe. Nonostante il costante incremento della prevalenza nelle ultime decadi, la mortalità per carcinoma tiroideo è in graduale decremento. Dati di sopravvivenza a 30 anni dalla diagnosi indicano che l’assoluta maggioranza dei soggetti con carcinoma papillare o follicolare sono viventi, in conseguenza di diagnosi precoci e di programmi terapeutici multisciplinari. 

Con il termine di trattamento ablativo con radioiodio (131I) si definisce la distruzione del tessuto tiroideo normale residuo dopo intervento di tiroidectomia totale o “quasi totale”.
Scopi del trattamento sono: 
  • distruggere eventuali microfocolai neoplastici presenti nel tessuto tiroideo residuo, riducendo la possibilità di recidive e la mortalità tumore-specifica;
  • eseguire una scintigrafia “total body” (STB) con 131I post dose ad elevata sensibilità diagnostica; 
  • facilitare il successivo follow-up aumentando l’accuratezza diagnostica del dosaggio della Tg.

Controindicazioni

Assolute
Stato di gravidanza, accertata o presunta (il dosaggio sierico della ß-HCG viene effettuato il giorno della somministrazione di 131I).
Relative
Età prepubere e incapacità a cooperare con la procedura e seguire le istruzioni di ordine radioprotezionistico e allattamento al seno (i.e. necessaria sospensione definitiva).
Riduzione della riserva osteomidollare (i.e. WBC < 2500/mm3, Hb < 10 g/dL, PLT <100000/mm3) in particolare se previste elevate attività cumulative di 131I (> 3.7 GBq).
Insufficienza respiratoria severa in pazienti con diffuse metastasi polmonari.
Segni e sintomi di ipertensione endocranica da metastasi cerebrali e/o compressione midollare da metastasi della colonna.
L’allergia allo iodio stabile non rappresenta una controindicazione al trattamento

La fase preliminare prevede una “visita medico-nucleare pretrattamento” in cui il Medico Nucleare verifica l’appropriatezza del trattamento suggerita dal collega Endocrinologo, raccoglie l’anamnesi, spiega al Paziente la procedura e le norme radioprotezionistiche da seguire. Successivamente viene raccolto il consenso informato ed eseguita la scintigrafia tiroidea con 99mTc-pertecnetato.
Durante la “visita medico nucleare pretrattamento” verrà inoltre consigliato ai pazienti in età fertile, sia di sesso femminile che maschile, di evitare il concepimento per almeno 12 mesi dopo il trattamento, in modo da avere la garanzia che la dose ai gameti femminili e maschili sia trascurabile e che si sia ristabilito un soddisfacente equilibrio ormonale.
 
Per questa terapia è previsto un ricovero in “Degenza protetta” che di norma dura non meno di due notti per motivi radioprotezionistici (salvaguardare la popolazione generale dall'esposizione alle radiazioni).
Durante il ricovero l'Unità di Fisica Medica effettuerà delle misurazioni sulla radioattività emessa dal Paziente per descriverne l'andamento.
La dimissione avverrà quando tali livelli saranno al di sotto dei limiti di legge, salvo altre complicazioni.

Prima della somministrazione del radioiodio è necessario osservare una dieta ipoiodica ed un periodo di sospensione della Levotiroxina sodica di almeno 4 settimane. Qualora questo non fosse possibile (ipopituitarismo, cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, storia clinica di psicosi) si può somministrare radioiodio in terapia con Levotiroxina sodica dopo stimolo con TSH-ricombinante. Tale stimolo viene effettuato nei due giorni precedenti il ricovero.

Prima del trattamento con radioiodio è necessario, inoltre, astenersi dall’assunzione di farmaci ad elevato  contenuto iodico e lasciare trascorrere un periodo di tempo adeguato dopo la somministrazione di mezzi di contrasto organo-iodati. 

La somministrazione dello 131I è con capsule per via orale, a digiuno.
Nelle ore successive il sintomo che più di frequente si osserva è la nausea che deve essere prontamente segnalata al personale sanitario che valuterà la somministrazione di un antiemetico.
Altri sintomi che si riscontrano spesso sono: dolenzia o gonfiore delle ghiandole salivari maggiori o gonfiore al collo.

Di norma 5 giorni dopo la somministrazione della terapia, verrà effettuata una scintigrafia globale corporea di controllo per la valutazione delle distribuzione del radioiodio e per la diagnosi di eventuali metastasi di CDT prima di allora sconosciute.

I successivi controlli verranno effettuati dal collega Endocrinologo/Oncologo di riferimento.

Ultimo aggiornamento: 18/01/16