All’alba, le parole: questa mattina una insolita iniziativa sulla terrazza all’ultimo piano dell’ex ospedale Spallanzani

                                                                                      



“All’alba, le parole: letture per la pace” è il titolo della iniziativa che questa mattina ha visto riunite oltre 60 persone sulla terrazza all’ultimo piano dell’ex ospedale Spallanzani di Reggio Emilia.
L’iniziativa proposta da Fondazione Grade e accolta dalla Azienda Ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia ha avuto inizio alle ore 6.00 e si è protratta per quasi un’ora, coinvolgendo in prevalenza operatori dell’Ospedale che subito dopo hanno iniziato il proprio turno di lavoro.

Diverse le letture proposte dai colleghi prima e durante il sorgere del sole, accompagnate dalle note del sassofono di Davide Castellari.
Obiettivo della iniziativa è stato stimolare una riflessione sui temi della violenza che, in questi mesi, sta colpendo diverse zone del mondo senza risparmiare ospedali e luoghi di cura. Un invito a prendersi il tempo di pensare alla pace per sperare di ritrovarla nel  quotidiano della propria vita e non soltanto L’appuntamento, è stato, inoltre, l’occasione per aprire l’Ospedale, ancora una volta, ad iniziative culturali che prescindano dall’attività assistenziale.

I testi, selezionati da Alessandro Di Nuzzo, direttore editoriale di Aliberti compagnia editoriale, e da Francesco Merli, Direttore della Struttura Complessa di Ematologia del Santa Maria Nuova, hanno attraversato il tempo e lo spazio.
Il percorso ha avuto inizio con l’ultimo capitolo dell’Iliade in cui il vecchio re Priamo si reca dall’acerrimo nemico Achille, omicida di Ettore, figlio prediletto, a richiedere le spoglie del suo erede per darne degna sepoltura. È proseguito con la narrazione di Elie Wiesel, tratta da “La notte”, sulla condanna a morte di un bambino in un campo di concentramento, ha coinvolto un racconto buddhista dedicato alla compassione che è premessa di pace. Nel brano tratto da “Il ponte sulla Drina”, l’autore Ivo Andric paragona la costruzione di un ponte ad un dono di Dio perche mette in contatto le persone e i loro sentimenti e il capo Lakota Sioux Alce nero ricorda, nei suoi scritti, che l’armonia tra le nazioni è possibile solo quando gli uomini si convinceranno che la vera pace “si trova nel cuore stesso dell’animo umano”.
La lettura di un celebre passaggio da “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern ha raccontato l’episodio avvenuto nel corso della terribile ritirata di Russia del 1943 nel quale si ritrova a sfamarsi insieme ai soldati nemici per giungere alla conclusione che gli uomini fanno la guerra ma cercano la pace, per se stessi e per tutti. Il brano di chiusura dell’incontro è stato il testamento spirituale di Padre Christian De Chergé, monaco trappista ucciso in Algeria il 21 maggio 1996 insieme a 5 confratelli. In esso, pur nella consapevolezza della fine imminente, si trovano parole di ringraziamento e, nonostante il sacrificio della vita, l’invito a camminare sulla strada della riconciliazione, figli di un unico Dio, oltre le appartenenze religiose.
 
Gli Uffici Stampa


La locandina dell'evento

Ultimo aggiornamento: 17/08/16