CADUTA? NO GRAZIE!
La scala di Conley e la Linea Guida Aziendale per aiutare la prevenzione delle cadute accidentali
Iniziata nei numeri precedenti, continua la carrellata sulle scale di valutazione che compongono “la cassetta degli attrezzi” delle professioni sanitarie.
Oltre alla misurazione del dolore, riveste specifica importanza la valutazione clinica ed assistenziale globale, quale premessa fondamentale per cure di qualità.
Fra gli strumenti che interessano i rischi assistenziali c’è la Scala di Conley per la valutazione del rischio di caduta del paziente in ospedale. Lo strumento, seppure a bassa specificità e sensibilità, è parte integrante della linea guida aziendale, in vigore dal Gennaio del 2011, per implementare una pratica riflessiva sugli eventi di caduta.
La Scala di Conley tiene conto di sei items principali. Si parte dall’indagine delle dinamiche di eventuali precedenti cadute per finire al livello cognitivo della persona: il cutt-off offre elementi per misurare il rischio di una caduta durante il periodo della degenza.
La compilazione della scala è a cura dell’infermiere ed è prevista al momento dell’ingresso in reparto per i pazienti al di sopra dei 50 anni, non già a rischio di caduta, con un tempo di compilazione stimato in 5/6 minuti.
Le raccomandazioni suggeriscono, infatti, di effettuare uno screening dei pazienti per identificare quelli a maggior rischio verso i quali indirizzare un assessment più dettagliato.
La Scala di Conley e la Linea Guida aziendale rappresentano uno strumento unitario a supporto degli operatori, per ridurre le cadute accidentali grazie ai quattro steps costitutivi: screening, assessment, implementazione di una lista d’interventi, risposta appropriata alla caduta.
Il rischio di caduta è considerato, a tutt’oggi, tra gli indicatori significativi della qualità assistenziale di una struttura.
Ultimo aggiornamento: 21/06/13