De Sanctis
1953
Pasquale Marconi, medico, partigiano, uomo politico e fondatore dell’Ospedale di Castelnovo Monti, nel 1951 è nominato Commissario Prefettizio del San Lazzaro: in tale veste, nel 1953 promuove una profonda riforma della Colonia. Constatato che i bambini ricoverati al “Marro” sono considerati a tutti gli effetti come internati in ospedale psichiatrico e tale qualifica resta impressa in documenti ufficiali per tutta la durata della loro vita e che un simile stato di fatto si ripercuote negativamente sull’avvenire dei bambini stessi, propone di trasformare la Colonia in un reparto aperto, e quindi non soggetta alle ormai superate disposizioni della Legge sui manicomi (che risaliva al 1904). Con l’accordo del direttore Virginio Porta e del Provveditorato agli studi, il “Marro” viene reso autonomo dal San Lazzaro e trasformato in Scuola-Convitto Sante De Sanctis, per frenastenici educabili, annessa all’Istituto Psichiatrico San Lazzaro.
Nel regolamento è specificato che è un istituto specializzato per la cura, istruzione e orientamento professionale di fanciulli minorati psichici recuperabili. Possono essere ricoverati a carico provinciale o di altri enti pubblici e di privati, fanciulli di ambo i sessi, di età non inferiore ad anni 6 purché riconosciuti preventivamente suscettibili di rieducazione. Nella scuola-Convitto possono essere ammessi anche alunni esterni (semi convittori), a carico del Comune di Reggio Emilia e limitrofi e di privati.
1970
Quando lo psichiatra Giorgio Antonucci, responsabile del Centro di igiene Mentale di Castelnovo Monti, sensibilizza i cittadini alla situazione dei ricoverati e in particolare dei minori, partono le cosiddette calate, cioè delle “visite” non preannunciate di delegazioni di politici, amministratori e cittadini da diversi paesi dell'Appennino e non solo (Ramiseto, Carpineti, Montecchio, Castelnovo Monti), accompagnati da operatori dei CIM. Queste delegazioni, che all’interno del San Lazzaro intervistano i degenti e riescono anche a scattare alcune fotografie, hanno lo scopo di denunciare pubblicamente le condizioni dei ricoverati e smuovere l’opinione pubblica e le forze politiche. La Direzione del San Lazzaro, inizialmente colta di sorpresa, cerca poi di limitare o vietare gli accessi ed arriva a denunciare i partecipanti (che verranno assolti nel 1974).
L'esperienza delle calate, proseguita fino al 1971, viene rilanciata anche dalla stampa nazionale (ne scrissero “Il Ponte”, “L'Espresso”, “Paese Sera” e “Inchiesta”); suscita particolare scalpore l’immagine di un bambino legato: tutto questo concorre a creare un clima propizio alla ricerca di soluzioni alternative al San Lazzaro, a maggior ragione per i minori.
1974
Nel 1971 risultano ricoverati 167 bambini: nel giro di pochi anni, grazie al lavoro della Provincia, molti vengono trasferiti in scuole esterne ed inizia il processo di superamento della Scuola-Convitto. Infine, nel novembre 1974 (quando i minori ricoverati sono solamente 27) anche la Commissione Amministrativa del San Lazzaro prende atto della mutata situazione: vista l’opportunità di considerare obiettivamente, a questo punto della situazione, la sua non più valida competenza a gestire, in via giuridica e di fatto, un’assistenza istituzionale a minori handicappati, delibera di proporre concretamente agli Enti Locali di Reggio Emilia e Modena, l’avvio dei processi politico-sanitari-scolastici-amministrativi, in virtù dei quali la competenze specifiche relative alla gestione dell’attuale situazione dell’Istituto medico pedagogico “Sante De Sanctis” vengano assunte dagli enti locali stessi.
Ultimo aggiornamento: 12/09/24