Il Comitato Ospedaliero interaziendale per il Buon Uso del Sangue (COBUS) supporta attivamente il “Patient Blood Management”
Un invito al sempre più appropriato utilizzo della risorsa “sangue“ e alla cura della anemia pre operatoria

- il trattamento dell’anemia prima di interventi chirurgici complessi programmati;
- la prescrizione di una unità di sangue alla volta nel paziente stabile non emorragico, preceduta da rivalutazione clinica prima di ogni ulteriore trasfusione;
- l’adozione di strategie trasfusionali "restrittive".
- una scrupolosa valutazione multidisciplinare del singolo paziente;
- un’attenta stima dei rischi e dei benefici connessi alla trasfusione;
- la possibilità di utilizzare strategie e tecniche farmacologiche e non solo che possano essere impiegate in alternativa ad essa.
Per la sua rilevanza, la campagna ha ricevuto il supporto del Ministero della Salute, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e delle Associazioni e Federazioni dei donatori italiani del sangue (Avis, Croce Rossa, Fidas, Fratres).
Il COBUS interaziendale di ASMN-USL è da anni impegnato nella promozione di specifici percorsi volti a rendere appropriato l’uso di emocomponenti con particolare riferimento alla preparazione del paziente ai trattamenti chirurgici programmati e con il fine di prevenire ogni trasfusione evitabile. Questa policy, consolidatasi negli anni, ha fatto sì che il numero di unità e di pazienti trasfusi in provincia di Reggio Emilia sia tra i più contenuti in ambito regionale (dati CRS).
Recentemente Il COBUS si è fatto promotore, in ottemperanza al D.M. 2711/2015, della diffusione di due locandine relative, rispettivamente, alla fase Pre Operatoria e Post Operatoria del PBM. Nel corso del 2017, inoltre, a cura delle Unità Operative di Anestesia e Rianimazione e di Medicina Trasfusionale sarà ripetuto il corso Patient Blood Management, trasversale a tutti i dipartimenti di ASMN-USL, che ha lo scopo di migliorare la conoscenza dell’organizzazione del PBM con approfondimento di tematiche specifiche alle sue varie fasi.
"Si tratta di una campagna estremamente importante – afferma Walter Ricciardi Presidente dell’ISS – curare l’anemia preoperatoria e stabilizzare il quadro clinico dei pazienti prima dell’intervento chirurgico garantisce un notevole vantaggio per la salute dei cittadini e può ridurre i costi associati alla terapia trasfusionale (fino al 20%) e la durata del ricovero ospedaliero".
Per Maria Rita Tamburrini del Ministero della Salute “La campagna informativa mette al centro il paziente e realizza un miglioramento degli esiti clinici, della sicurezza e dell’appropriatezza della risorsa sangue coniugando gli obiettivi fondamentali di salute del Sistema Trasfusionale con la sua sostenibilità”.
"La corretta gestione del paziente alla vigilia di un intervento chirurgico” spiega Giancarlo Liumbruno, Direttore del Centro Nazionale Sangue “è un momento cruciale: si pensi che circa uno su tre dei pazienti candidati ad interventi di chirurgia maggiore programmata affronta la sala operatoria con anemia (definita come da criteri OMS). Sappiamo che il mancato trattamento dell’anemia preoperatoria equivale all’erogazione di prestazioni sanitarie sub ottimali in quanto fattore di rischio per la terapia trasfusionale, moltiplicatore di complicanze e, quindi, rappresenta una controindicazione all’effettuazione di interventi chirurgici (programmati) che prevedano un importante rischio di sanguinamento”.
“La SIOT ha condiviso il Patient Blood Management che rappresenta un cambio gestionale nella chirurgia protesica – afferma Alessandro Masini, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia - L’obiettivo del PBM è di ridurre la prevalenza di anemia, anche moderata, nei pazienti nei quali può arrivare, secondo le stime OMS, anche fino al 20%.”
Claudio Velati, Presidente della Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia (SIMTI), ha ricordato che SIMTI ha condotto insieme al Centro Nazionale Sangue, da oltre due anni, iniziative di formazione in tutta la rete trasfusionale italiana finalizzate alla diffusione di nuovi criteri che garantiscano l’attenzione alle necessità del paziente e a limitare la terapia trasfusionale alle condizioni cliniche realmente appropriate “È fondamentale che tutti i professionisti siano disponibili ad abbandonare pratiche e consuetudini non più sostenibili” ha sottolineato.
Il presidente della sezione Emilia Romagna di Anmdo, Paola Anotonioli, infine, ha sottolineato come “L’Associazione Nazionale Medici Direzioni Ospedaliere sia da sempre impegnata a sostenere e a facilitare tutti i professionisti nell’applicazione concreta di ciò che la letteratura scientifica raccomanda per la gestione della risorsa sangue del paziente. Questo significa organizzare percorsi diagnostico terapeutici assistenziali che rispondano ai bisogni e ai diritti del paziente che viene posto al centro dell’assistenza”.
di Roberto Baricchi
Direttore S.C. Medicina Trasfusionale ASMN-IRCCS
Depliant: Raccomandazioni per l'implementazione del programma di Patient Blood Management
Ultimo aggiornamento: 23/01/17