Importante donazione della Fondazione Cuvier Boni dà impulso al progetto di riqualificazione del Reparto di Ortopedia e di ricollocamento della degenza della Medicina Fisica e Riabilitativa

L’obiettivo è aumentare gli spazi per migliorare il comfort dei pazienti e favorire la collaborazione interdisciplinare tra professionisti 

Prende corpo il progetto di ricollocazione delle Strutture di Ortopedia, Medicina Riabilitativa e dei posti letto di Ortogeriatria dell’Azienda ospedaliera Irccs Santa Maria Nuova grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cuvier Boni. 
È stato recentemente sottoscritto dal presidente della Fondazione avv. Nino Giordano Ruffini l’impegno a una donazione del valore di 2 milioni di euro da erogare, a partire da settembre 2016, nel corso del biennio a venire. 
Nell’ultimo decennio, con il progressivo invecchiamento della popolazione è aumentata la percentuale di pazienti anziani che incorrono in traumi e necessitano, pertanto, di interventi ortopedico-riabilitativi. Il progetto nasce dalla prospettiva di ottimizzare l’assistenza di questa fascia di popolazione in ambito ospedaliero rendendo coerente anche dal punto di vista logistico l’interazione tra le specialità coinvolte nel percorso: Ortopedia, Medicina Riabilitativa e funzione Ortogeriatrica. 
Gli spazi interessati dall’intervento, 2180 metri quadrati complessivi sono situati al 4° piano del Corpo C dell’ospedale. Il progetto prevede la riqualificazione della degenza ortopedica e il trasferimento di quella riabilitativa per complessivi 72 posti letto (48 Ortopedia e 24 Medicina Fisica Riabilitativa). Il risultato vedrà spazi di degenza a comfort alberghiero migliorato, grazie anche alla presenza di servizi igienici nelle stanze, con benefici significativi sulla qualità di vita dei pazienti che vi sono ricoverati.
L'intervento comporta un investimento complessivo di 3 milioni 924 mila euro, finanziati per la metà dalla Fondazione Cuvier Boni e per il resto da Fondi Ministeriali assegnati al Santa Maria Nuova  nell'ambito dell'accordo di programma 2012.
“La scelta di sostenere questo progetto - commenta  Ruffini - è avvenuta in piena coerenza con gli scopi istituzionali della Fondazione, attenta da sempre, per volontà statutaria dello stesso cav. Boni, alla cura ed al benessere della popolazione anziana. Crediamo che una donazione come questa sia un esempio di valorizzazione sociale della ricchezza privata”. 
La somma messa a disposizione dalla Fondazione consente di sostenere gli oneri di progettazione esecutiva e di realizzazione dell’intervento nonché la dotazione di attrezzature sanitarie
Positivo il commento del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi: “Questa importante donazione, di cui siamo grati alla Fondazione Cuvier Boni, e il progetto che essa va a finanziare testimoniano quanto il nostro Arcispedale sia sempre più riconosciuto quale bene comune, riuscendo ad associare l'eccellenza nella cura e nella ricerca con un'attenzione diffusa ed estremamente competente a tutte le patologie e alle persone più vulnerabili. Queste valenze sono la giusta declinazione e costituiscono l'obiettivo raggiunto della Sanità pubblica, che ha nella salute quale diritto di tutti il suo punto di riferimento fondamentale”. 
“Le donazioni da privati, associazioni e fondazioni sono parte della storia di questo ospedale ad iniziare dalla donazione che ha dato vita negli anni Quaranta del secolo scorso al progetto della sede attuale e testimoniano il forte legame con il territorio” ricorda Giammaria Manghi, presidente della provincia di Reggio Emilia “La Fondazione Boni ha destinato risorse a un progetto di riqualificazione dedicato alla salute delle fasce deboli”. 
“Siamo grati alla Fondazione Boni che ha reso possibile avviare un progetto che ci stava particolarmente a cuore” ha dichiarato il direttore generale Antonella Messori “Il nostro impegno prioritario è adeguare l’accoglienza e l’assistenza in ospedale alle esigenze dei nostri pazienti, esigenze che sono in continua evoluzione. Questo progetto è dedicato ad una fascia di popolazione fragile per definizione, perciò è nostro desiderio realizzarlo nel più breve tempo possibile, compatibilmente con i vincoli tecnici”. 

Il contesto 

Gli ultimi cinquant’anni l’Italia ha visto una profonda trasformazioni demografica. L’innalzamento della speranza di vita in tutte le classi di età e la riduzione del tasso di mortalità sono tra i fattori che, più di altri, hanno favorito un progressivo invecchiamento della popolazione. Il fenomeno è particolarmente evidente per le classi d’età più avanzate: nel 2007 la speranza di vita a 65 anni era di quasi 18  anni per gli uomini e 21 anni e mezzo per le donne, con incrementi percentuali rispetto al 1960 rispettivamente del 36,2% e del 43,4%.
Nella provincia di Reggio Emilia la percentuale di anziani (età ≥ 65 anni) è inferiore a quella delle altre province della Regione, in quanto la natalità sostenuta e il vivace saldo migratorio positivo hanno contribuito a un abbassamento dell’età media della popolazione. Il numero assoluto degli anziani è, tuttavia, in costante incremento e il trend si mostra in crescita. Nel 2016 il 21% della popolazione reggiana è over 65 per un totale di 111.959 cittadini su complessivi 532.872 residenti.
Dal 2014 ai primi sette mesi del 2016 i ricoveri degli ultra sessantacinquenni nei reparti di Medicina Fisica e Riabilitativa e Ortopedia sono in progressivo aumento. Il numero dei pazienti ultra sessantacinquenni presi in carico da questi due reparti mostra un trend in crescita, con 974 pazienti nel 2014, 1013 nel 2015 e 615 nei primi sette mesi del 2016.
Nel 2015 in ortopedia sono stati trattati 382 pazienti ultra 65enni con frattura di femore, di cui il 92,4% sottoposti ad intervento chirurgico. L’età media dei pazienti è stata pari a 84 anni. La percentuale di pazienti operati entro 48 ore dal trauma è stata pari a 84,4%, in sensibile incremento rispetto all’anno precedente. I tempi dell’intervento sono fondamentali per la buona riuscita dell’operazione e il recupero della funzionalità dell’arto e della autonomia del paziente nella deambulazione.

Come è nato il progetto 

Negli ultimi decenni si è registrata una profonda trasformazione strutturale della famiglia, nella quale le diverse generazioni non condividono più lo stesso tetto. Questo cambiamento favorisce il diffondersi del fenomeno di anziani che vivono in autonomia, senza un familiare accanto. Durante le fasi di ospedalizzazione diventa, pertanto, sempre più indispensabile assicurare una gestione multidisciplinare dei casi che assicuri continuità fra offerta ospedaliera e assistenza territoriale. È strategico il lavoro di equipe tra specialisti ortopedici, fisiatri, geriatri e figure quali lo psicologo, il tecnico della riabilitazione,  l'assistente sociale e la famiglia stessa o chi presta assistenza al malato. 
Il progetto di ristrutturazione del 4° piano del corpo C propone una soluzione razionale dal punto di vista planimetrico, riducendo i percorsi orizzontali e agevolando i collegamenti per linee verticali. È favorito in tal modo, l’incontro tra professionisti e lo scambio di esperienze e informazioni sui pazienti attraverso una reale integrazione professionale finalizzata alla gestione collegiale dei pazienti stessi. Significativo sarà il miglioramento logistico per la degenza di Medicina Fisica e Riabilitativa con servizi igienici in camera che consentiranno ai pazienti di preservare dignità e autonomia in una fase difficile di riduzione delle loro abilità. Tale aspetto logistico contribuisce in modo non marginale all’obiettivo principale: trattare efficacemente la patologia acuta emergente con il mantenimento dell’autonomia funzionale e la riduzione per quanto possibile delle complicanze da degenza e allettamento.

I tempi 

È in corso e durerà fino a fine dicembre 2016 l’aggiornamento della progettazione esecutiva dell’intervento e da Gennaio 2017 inizieranno i lavori che interesseranno il lato Nord e, in parte. l’Ala centrale. A Novembre 2017 è previsto il collaudo e il trasferimento del reparto di Ortopedia. A Gennaio 2018 partiranno i lavori nel lato  Sud e nella restante parte dell’Ala centrale. A Ottobre 2018 avverrà il collaudo e il trasferimento del reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa.
 

LA FONDAZIONE CUVIER BONI

Istituita nel 2009 per testamento del Cavaliere Cuvier Boni, la Fondazione è un ente di diritto privato riconosciuto con provvedimento della Giunta della Emilia-Romagna. Cuvier Boni, deceduto nel 2007, era originario di Rosano di Vetto in provincia di Reggio Emilia. Imprenditore tessile profondamente legato al territorio della montagna reggiana, partendo da umili origini aveva saputo conquistare la scena nazionale. Suo ambito di attività è stata la produzione di calze e collant, con marchi prestigiosi quali San Pellegrino e Pompea. In vita il Cavalier Boni aveva dato esempio di alto valore sociale ed umano con opere di rilevanza per la comunità, quali la casa protetta per anziani inaugurata a Vetto nel 1994 ed intitolata alla memoria della moglie Maria Boni Spaggiari La Fondazione Cuvier Boni, memore dell’esempio dato dall’uomo e dall’imprenditore, prosegue dal 2009 il cammino tracciato, potendo contare sulla disponibilità del cospicuo patrimonio oggetto del lascito testamentario. Attivo nei settori di interesse statutario, l’ente dedica la propria attenzione ad interventi di rilevanza sociale sul territorio, a favore dei soggetti più fragili e degli anziani, a fianco di Istituzioni ed Associazioni di Volontariato. Significativa la donazione della Risonanza Magnetica da 0,4 tesla effettuata in occasione dell’ampliamento del Reparto di Diagnostica per Immagini dell’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti nel 2010 ed il contributo di due ecografi portatili donati al Reparto di Anestesia a Rianimazione dell’Arcispedale Santa Maria Nuova nel 2011. Il Consiglio Direttivo della Fondazione è formato dal Presidente Avv. Nino Giordano Ruffini e da componenti espressione del Comune di Reggio Emilia e della Curia Vescovile. La sede legale è in Piazza della Vittoria, 1 a Reggio Emilia
 
L’Ufficio Stampa
  
Nella foto di gruppo, da sinistra Nino Ruffini, Antonella Messori, Giammaria Manghi, Luca Vecchi  

Ristrutturazione monoblocco storico - CORPO C 
 

Ultimo aggiornamento: 07/11/16