Inserimento dell’OSS in Sala Operatoria: il bilancio dopo oltre 13 anni

Un’esperienza di trasformazione dell’Impossibile in Possibile

Promosso sin dall’anno 2000 dalla Regione Emilia Romagna, l’inserimento dell’operatore socio-sanitario (OSS) come parte integrante dell’equipe operatoria ha rappresentato un importante esempio di riprogettazione organizzativa e di sviluppo della professionalità degli operatori. 

A 13 anni di distanza dalla adesione del Santa Maria Nuova al progetto, che era parte del più ampio Progetto di valorizzazione dell’Infermiere, la Direzione delle Professioni Sanitarie ha voluto creare uno spazio di riflessione su questa esperienza che ha dato l’opportunità di introdurre nel tempo diverse innovazioni.

A fronte di obiettivi chiari sin dall’inizio:
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  • migliorare l’organizzazione dei comparti operatori,
  • valorizzare il ruolo dell’Infermiere e dell’OSS,
Nella foto: partecipanti evento di
restituzione del 13 Marzo 2014
l’Ospedale aveva operato nella direzione del progressivo inserimento dell’OSS nell’intera Area delle Sale Operatorie: Comparto V° piano, Ginecologia, Ortopedia.

Significativo era stato l’investimento formativo iniziale sui temi della competenza e della responsabilità nella formazione residenziale, rinforzata e sperimentata sul campo attraverso diversi stages presso realtà di Sala Operatoria di altre regioni.
La qualificazione ricevuta ha reso possibile compiere analisi dei processi di lavoro individuando le attività “proprie” dell’Infermiere (infermiere di sala e infermiere strumentista) e le attività “attribuibili” all’OSS, nel rispetto del profilo professionale, delle relative competenze e responsabilità.
 
Il successivo inserimento degli OSS è stato presidiato attraverso percorsi di formazione/addestramento teorico-pratici svolti da figure infermieristiche con funzione tutoriale, durante i quali erano state effettuate verifiche delle performance raggiunte, in termini di qualità delle prestazioni, idoneità e soddisfazione degli operatori.
 
Allora, come oggi, le attività dell’OSS in Sala Operatoria:si riferiscono a: 
  • fase accoglienza e preparazione del paziente,
  • fase intra-operatoria e di fine intervento,
  • fase di fine seduta,
  • sedute operatorie pomeridiane.
All’inizio pareva impossibile che l’OSS potesse acquisire mansioni sino a quel momento di esclusiva competenza dell’Infermiere e, come accade in ogni fase di cambiamento, si era reso necessario superare motivi di resistenza e conflittualità all’interno delle équipe operatorie.
 
Il progressivo chiarimento dei ruoli fra infermieri ed OSS, l’acquisizione di competenza da parte di questi ultimi insieme ad una grande motivazione a migliorare le proprie performance tecniche e relazionali ha reso possibile una progressiva armonizzazione nelle équipe operatorie.
 
Il bilancio dell’esperienza è stato fatto attraverso tre Focus Group ai quali hanno partecipato 25 operatori delle Sale Operatorie (Coordinatori, Infermieri, OSS), coinvolgendo chi era presente sin dall’inizio del Progetto, anche se oggi operativo in altri reparti.
Le elaborazioni dei Focus Group, condivise con Coordinatori, Infermieri e OSS dell’Area Sale Operatorie in due incontri che si sono tenuti l’11 ed il 13 Marzo scorsi, hanno confermato la positività e il valore dell’esperienza che si è sempre più consolidata nel corso degli anni.
 
La progettazione, la realizzazione e l’elaborazione dei Focus Group sono state oggetto del project work per il conseguimento del Master in Coordinamento di Consolata Cotronei, infermiera della Sala Operatoria V° piano.
Dai Focus Group è emerso che:
  • l’OSS è parte dell’equipe operatoria, le attività che svolge valorizzano il suo ruolo e, conseguentemente, consentono all’Infermiere di vedere valorizzato il proprio;
  • l’OSS è responsabile delle attività che svolge, nel rispetto delle sue competenze, e l’Infermiere è responsabile della supervisione delle attività attribuite all’OSS;
  • l’OSS in Sala Operatoria armonizza il clima dell’equipe operatoria;
  • la chiarezza relativa «a chi fa, che cosa» fra OSS ed Infermieri (di sala e strumentista) ha contribuito a ridurre le potenziali conflittualità;
  • le competenze dell’OSS si sono sviluppate grazie alla formazione, alla motivazione delle persone, alla collaborazione di tutti i componenti dell’equipe operatoria.
Sono state evidenziate, naturalmente, anche aree di possibile miglioramento che saranno orientate alla ridefinizione della mappatura di competenze e relative responsabilità oltre che alla individuazione di percorsi formativi professionalizzanti per gli OSS.

La storia continua, sempre animata dall’idea che è stato possibile e continuerà ad esserlo.  
  
di Sandra Davoli
Responsabile Infermieristica Area Sale Operatorie - Direzione delle Professioni Sanitarie

e Marzia Prandi
Responsabile Formazione e Sviluppo - Direzione delle Professioni Sanitarie