A Lugano l’Ars Canusina nata al San Lazzaro negli anni Trenta del ‘900

Ars Canusina - Arte e artigianato dei bambini della Colonia-Scuola «A. Marro» è il titolo della mostra ospitata nei prossimi 3 mesi al MUSEC - Museo delle Culture di Lugano, Villa Malpensata
(27 marzo - 29 giugno 2025). Il progetto diventa così il tredicesimo capitolo del ciclo «Dèibambini», dedicato dal 2006 alla creatività infantile, per indagare l’interazione tra arte, artigianato e psicopedagogia attraverso le opere tessili e ceramiche realizzate dai bambini della Colonia-Scuola «A. Marro»
Curato da Massimilano Vitali e Chiara Bombardieri - responsabile della Biblioteca Livi - il progetto è stato condiviso sin dall’inizio dall’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia, con la collaborazione della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla (Museo Diocesano), e dell’Associazione «Ars Canusina» di Bibbiano (Reggio Emilia).
Sono esposti album in cuoio, terrecotte, ceramiche smaltate e pregiati ricami policromi, questi ultimi frutto di maestria straordinaria. Opere e documenti storici sono messi a disposizione dall’Archivio dell’Ex Ospedale psichiatrico «San Lazzaro», oggi parte del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda sanitaria locale. Il percorso espositivo è impreziosito da capitelli scolpiti e da bassorilievi in stile romanico matildico (IX-XIII secolo), provenienti dalle collezioni del Museo Diocesano di Reggio Emilia e Guastalla, dai cui decori hanno preso ispirazione i motivi che contraddistinguono l’«Ars Canusina». A completare l’esposizione sono le tante immagini fotografiche di vita quotidiana scattate all’interno della Colonia-Scuola.
Ogni nuova testimonianza raccolta potrà arricchire la ricerca sviluppata dai curatori del MUSEC in vista dell’esposizione ed entrare a fare parte del catalogo che l’accompagnerà.
La Colonia-Scuola «A. Marro»
La Colonia-Scuola intitolata allo psichiatra Antonio Marro (1840-1913) fu inaugurata nel 1921 all’interno dell’Ospedale psichiatrico «San Lazzaro» di Reggio Emilia. Fortemente voluto da Giuseppe Guicciardi (1859-1946), pioniere della psicologia sperimentale, l’istituto si ispirava ai dettami della «pedagogia speciale», con l’obiettivo di assicurare ai minori tra i 5 e i 15 anni (maschi e femmine) considerati «anormali» o «arretrati di mente» un contesto sicuro in cui ricevere assistenza psichiatrica e un’adeguata educazione scolastica e professionale, per crearsi autonomamente uno spazio nella società.
Nel periodo 1932–1952, da un’idea originale e fortemente innovativa di Maria Bertolani Del Rio, i laboratori di artigianato della Colonia-Scuola coinvolsero bambini e ragazzi nell’esperienza artistica e psicoterapeutica, per il suo tempo di assoluta avanguardia, passata alla storia con il nome di «Ars Canusina».
Trasformata negli anni Cinquanta in convitto e chiusa definitivamente nel 1974, la Colonia-Scuola «A. Marro» e l’esperienza dell’«Ars Canusina» hanno lasciato tracce importanti nella società emiliana, andando a costituire un humus fertile per lo sviluppo di una moderna cultura educativa.
Maria Bertolani Del Rio
Nata a Reggio Emilia nel 1892 da una famiglia di medici socialisti, Maria Bertolani Del Rio compie a Genova i suoi studi universitari, laureandosi nel 1915 in medicina e chirurgia, con deciso interesse verso psichiatria e pediatria. Per la ricerca clinica utile alla tesi, frequenta l’Ospedale psichiatrico «San Lazzaro» di Reggio Emilia nella cui «Rivista sperimentale di freniatria» pubblica, nel 1916, il primo di numerosi saggi scientifici. Dotata di solida cultura umanistica e ottima conoscenza delle lingue (specie il tedesco), Maria Bertolani Del Rio riesce in breve tempo ad affermarsi a livello professionale facendosi apprezzare, oltre che per le sue competenze cliniche, per le sue elevate capacità organizzative e manageriali.
Nel 1921 riceve l’incarico di medico sovraintendente della neonata Colonia-Scuola che dirigerà fino al suo collocamento a riposo nel 1952. All’intensa attività medica, Maria Bertolani Del Rio affianca la forte passione per la storia e l’arte medievale dei suoi luoghi d’origine e per gli studi di storia ospedaliera, ambiti nei quali conduce ricerche e scrive diversi contributi. Dopo avere recensito i motivi decorativi romanici rintracciabili nelle pievi sparse nel territorio reggiano, Maria Bertolani Del Rio ricostruisce un vero e proprio «alfabeto decorativo» che adopera estensivamente nel lavoro educativo con i bambini.
Presentazione della mostra
Ultimo aggiornamento: 31/03/25