Al via nella nostra provincia lo screening per l’epatite C. Chiamata attiva per tutto l’anno 2022 dei nati tra il 1969 e il 1989

16/06/22

Prende il via nella nostra provincia la chiamata di screening per identificare la presenza di infezione da virus dell’Epatite C.
In Emilia-Romagna “C devi pensare” è lo slogan scelto per richiamare l’attenzione su una patologia che rimane silente per lungo tempo e può essere individuata solo con un test dedicato.
L’iniziativa, promossa a livello regionale, è rivolta alle persone nate tra il 1969 e il 1989. 
Questa fascia di età riceverà per tutto l’anno 2022 l’invito attivo dell’Azienda USL di Reggio Emilia. 


L’epatite C è una malattia del fegato causata dal virus HCV. L’eliminazione del virus può avvenire spontaneamente, in breve tempo, con guarigione completa. Se l’infezione diventa cronica, invece, è destinata a provocare danni permanenti al fegato e può evolvere in cirrosi o in una forma tumorale. 
Il percorso è gratuito e richiede di eseguire un semplice prelievo di sangue. Il test è in grado di rilevare l’infezione, consentendo l’immediato inizio della terapia. 
L’invito allo screening avviene tramite lettera su FSE – Fascicolo Sanitario Elettronico e via sms sul cellulare. Per esprimere l’adesione sarà sufficiente rispondere ad alcune domande attraverso il link contenuto nel testo. 
Il cittadino che ha ricevuto l’invito e ha dato la propria adesione potrà eseguire l’esame in occasione di:

  • un appuntamento dedicato, prenotato dal sistema di screening; 
  • un appuntamento per l’esecuzione di altri esami clinici, nei centri di prelievo dell’Azienda USL. 


Ulteriori informazioni sono consultabili sul sito web dell’azienda sanitaria: https://www.ausl.re.it/screening-epatite-c oppure sul sito web https://salute.regione.emilia-romagna.it/screeningepatitec.


Perché è importante fare lo screening per l'epatite C 

La maggior parte delle persone affette da epatite C cronica non presenta alcun sintomo oppure manifesta sintomi generali quali stanchezza cronica e depressione, ma nel lungo termine può andare incontro a forme gravi e progressive. 
Non è disponibile un vaccino per evitare l’infezione e l’unica forma di prevenzione contro il virus consiste nell’adozione di misure igieniche che evitino il contatto con sangue contaminato. 
Una volta contratta l’infezione è trattabile con terapia antivirale, efficace nel 95% dei casi.


L’Ufficio Stampa 

 


Ultimo aggiornamento: 20/06/22