L'Archivio
Il patrimonio archivistico del San Lazzaro è di importanza assoluta nel panorama italiano, poiché conserva una ricca testimonianza di ogni aspetto della vita e della gestione dell'ex Ospedale Psichiatrico S. Lazzaro.
La serie principale è costituita dalle cartelle cliniche, di cui si può seguire l’evoluzione a partire dai primi esempi del XIX secolo. Il nostro archivio ha aderito al progetto ministeriale Carte da legare e le cartelle verranno schedate tramite un software che consentirà diversi tipi di ricerca.
La documentazione amministrativa consente invece di studiare il funzionamento dell’Ospedale Psichiatrico, poiché conserva i documenti relativi all’economato, alla Direzione, al patrimonio edilizio ecc. Lo studio delle cartelle cliniche più antiche ha portato alla pubblicazione di due volumi a cura di R. Panattoni, editi da Bruno Mondadori: “Lo sguardo psichiatrico. Studi e materiali dalle cartelle cliniche tra otto e novecento” (2009) e "Parole e immagini dal manicomio" (2011).
Inventari Archivio
Cosa fare per consultare l'archivio
Per ricerche storiche è possibile consultare la documentazione amministrativa dell’ex Ospedale Psichiatrico e le cartelle cliniche chiuse da più di 70 anni. Modalità e orari: rivolgersi al personale della biblioteca, telefonicamente o via mail. Raccomandiamo di attenersi al " Regole deontologiche per il trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse o per scopi di ricerca storica pubblicate ai sensi dell’art. 20, comma 4, del d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101 - 19 dicembre 2018" (vai al codice).
Le cartelle cliniche chiuse da meno di 70 anni, in base alla normativa sulla privacy, sono consultabili solo dai diretti interessati, dagli eredi e dagli aventi diritto. Per informazioni e modalità di consultazione rivolgersi alla segreteria del Dipartimento di Salute Mentale, Pad. Valsalva (0522.335255). Per riprodurre immagini o documenti dell’archivio: inviare una richiesta via mail alla Segreteria del Direttore DSM-DP (direzionedsmdp@ausl.re.it), specificando le motivazioni (tesi di laurea, pubblicazione, documentario, articolo, etc.) e i dettagli delle immagini che si intendono riprodurre.
Fondo fotografico
Il fondo fotografico dell’ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro è composto da una parte più antica, di 1.524 fotografie, organizzate in album tematici i cui nuclei principali riguardano i ritratti dei pazienti, le immagini degli edifici del San Lazzaro, le scene della vita comune e le attività lavorative e copre un arco temporale che va dal 1877 al 1938. La fotografia psichiatrica venne introdotta al San Lazzaro dal direttore Augusto Tamburini nel 1877. Una importante testimonianza sulla nascita del gabinetto fotografico del manicomio di Reggio Emilia ci viene da Arrigo Tamassia (1848-1917), medico e professore di medicina legale: “La fotografia del nostro manicomio” In: Gazzetta del frenocomio di Reggio, 4, n.1-2 (1878) pp.8-12.
La parte più recente del Fondo fotografico è composta da circa 2.200 fotografie di eventi, inaugurazioni, feste dei reparti, gite, interni ed esterni degli edifici dal 1950 agli anni ’90 del ‘900. Vi sono poi 55 lastre e positivi del 1940-1950 e circa 400 diapositive degli anni ’80 e ’90 del ‘900.
Nel dicembre 2019 è iniziata la catalogazione sistematica del fondo, a cura di Katia Mazzoni, secondo lo standard della “Scheda F”. La catalogazione è effettuata tramite il software Samira, messo a disposizione dall’Istituto dei beni culturali della Regione Emilia Romagna.
Tutte le schede, con la relativa riproduzione digitale, sono liberamente consultabili nella banca dati del patrimonio regionale PatER a questo link https://bit.ly/3ibPkfJ
Opere dei ricoverati
Si stima che siano conservate oltre 28.000 opere (disegni, tele e terrecotte) prodotte dagli ex ricoverati del San Lazzaro. La prima scuola di disegno fu aperta al San Lazzaro dal direttore Augusto Tamburini, dedicata soprattutto ai malati di condizione agiata, che non venivano impiegati nelle attività lavorative manuali. La sezione più antica comprende soprattutto disegni, ma la produzione di opere si intensifica soprattutto negli anni ’70 del ‘900, con i moderni atelier in cui vengono prodotte anche tele e terrecotte.
Una selezione delle opere è esposta presso il Museo di storia della psichiatria; è in corso la catalogazione dell’intero fondo, conservato presso la biblioteca.
Vasta è anche la produzione dei bambini ricoverati nella colonia-scuola Antonio Marro, dove prese vita l'Ars Canusina®: un particolare tipo di artigianato artistico (su stoffa, ceramica, legno, cuoio...) ispirato ai motivi dell'arte romanica medio-padana.
I circa 150 pezzi conservati in biblioteca sono stati catalogati dall'IBC [Ars Canusina Catalogo.pdf] e sono visibili durante apposite visite guidate, in collaborazione con il Consorzio Ars Canusina (http://www.consorzioarscanusina.it).
Didattica in archivio
Le scuole superiori che visitano il Museo di storia della psichiatria possono prenotarsi per un percorso di didattico all’interno dell’archivio, durante il quale vengono mostrati documenti e fotografie originali, tra cui le cartelle cliniche con scritti e disegni dei pazienti.
Sono inoltre proposti alle scuole quattro laboratori online. Per ulteriori informazioni vai alla pagina "Proposte per le scuole"
Collana “Le colonne d’Ercole”
Nell’anno scolastico 2017/18 il progetto “Editori per un anno” presentato dall’archivio e dal Liceo delle scienze umane Matilde di Canossa di Reggio Emilia ha vinto il concorso regionale “Io amo i beni culturali”. I ragazzi hanno creato una collana editoriale, che hanno battezzato “Le colonne d’Ercole”, per la pubblicazione di materiali dell’archivio
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Ultimo aggiornamento: 22/05/24