In risposta alle dichiarazioni della Consigliera Nadia Vassallo

18/10/23

In riferimento all’ennesimo comunicato stampa, denigratorio, della consigliera comunale di Castelnovo ne’ Monti, Nadia Vassallo, la Direzione dell’AUSL IRCCS di Reggio Emilia ritiene doveroso fornire alcune precisazioni e procedere alle opportune rettifiche, riservandosi la possibilità di adire per vie legali. 
Innanzitutto le istruzioni operative del Punto Nascita di Montecchio, così come quelle vigenti all’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti, sono state fornite alla Consigliera direttamente dalla Direzione Aziendale e questo perché l’Azienda non ha nulla da nascondere. Si tratta di documenti organizzativi interni che regolamentano le attività, redatti e condivisi con i professionisti coinvolti.  
Purtroppo la lettura di questi documenti, per essere pienamente compresa, necessita di un minimo di conoscenze scientifiche e preparazione in ambito di organizzazione sanitaria.
  
La frase, stralciata dalla procedura di Montecchio sui tagli cesarei in emergenza, è assolutamente corretta:
 “Le emergenze ostetriche sono il più delle volte imprevedibili, compaiono acutamente, e nel momento stesso in cui si manifestano mostrano tutta la loro drammaticità in quanto possono diventare rapidamente fatali per la madre e/o per il feto, richiedendo pertanto prontezza d’intervento da parte del personale presente. Ognuno deve sapere esattamente cosa fare e quando farlo…..”
Sottolinea, come ribadito innumerevoli volte, che le urgenze ostetriche sono condizioni cliniche, talora molto gravi, che necessitano di interventi appropriati effettuati da équipe adeguatamente addestrate e quotidianamente allenate ad affrontarle e ribadisce che i professionisti debbano essere abituati a lavorare insieme in quel contesto lavorativo ed in quelle sale operatorie. Tutto questo è irrealizzabile in una struttura che può effettuare un numero di parti stimabile in 120-150 parti/anno, cioè il numero di gravidanze, un numero troppo esiguo per garantire il mantenimento di una qualsiasi competenza clinica. Inutile ribadire poi che la soluzione non è certo costituita dalle équipe itineranti che in ambito perinatale, proprio a causa dell’elevato rischio clinico, si sono dimostrate del  tutto inefficaci. 


In definitiva quindi si comprende bene il motivo per cui il taglio cesareo in urgenza/emergenza può essere effettuato solo dove è presente un punto nascita attivo, come nel caso di Montecchio, e non certo in un ospedale che ne è privo perché incrementerebbero solo i rischi clinici per la madre oltre che per il nascituro.

Per quanto attiene ai due episodi citati si precisa: 

  1. Nel caso del feto nato morto a Reggio Emilia nel maggio scorso si ribadisce che si è trattato di una Morte Endouterina del Feto (MEF), conseguenza di un distacco intempestivo massivo di placenta, che avrebbe potuto comportare anche il decesso della madre. Nessuno può dichiarare che il feto fosse vivo a Castelnovo ne’ Monti e che sia deceduto durante il trasporto perché nessuno è in grado di stabilirlo. Spiace che lo facciano consiglieri comunali, provinciali o regionali. 
    Certi della correttezza del nostro operato, abbiamo però dato massima disponibilità per ogni tipo di inchieste e approfondimento. Il comportamento dei sanitari è stato esemplare e la procedura in atto all’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti, analoga a quelle presenti in tutti gli ospedali senza punti nascita, ha evitato soltanto che si verificasse una tragedia ancora più grande.  
    Spiace che su questo caso ci sia una speculazione così protratta.
     
  2. Sul caso poi del parto prematuro del primo di settembre scorso, non si comprendono affatto le polemiche e le dichiarazioni. I parti prematuri (almeno quelli al di sotto delle 34 settimane di Età Gestazionale, ma meglio sotto le 37 settimane, specie nel caso di parti improvvisi ed inarrestabili) devono essere effettuati in un centro perinatologico di 2° livello. Ed un centro di 2° livello deve sorgere in un contesto che garantisca un numero di parti superiore ai 1500. Questo non lo affermiamo a Reggio Emilia, ma in tutto il mondo. Non troverete un professionista che possa in onestà dichiarare il contrario. La prognosi e quindi gli esiti sia in termini di mortalità che di morbilità (ossia di esiti clinici a distanza) dei nati prematuri nati in un centro di secondo livello rispetto a un primo sono straordinariamente differenti. 


Se la consigliera Vassallo la pensa in maniera differente da tutta la comunità scientifica internazionale, ci spieghi le motivazioni tecniche di queste asserzioni, perché siamo abituati a ragionare in termini di evidenze e non di sensazioni e credenze.

La Direzione Generale
 


Ultimo aggiornamento: 18/10/23