Infezione da HIV

HIV/AIDS: Come prevenire la trasmissione?

Test HIV: dove, come, perchè?

 

HIV/AIDS: Come prevenire la trasmissione?

Che cos’è?

E’ l’infezione sostenuta dal virus dell’Immunodeficienza Umana (HIV) che  determina la malattia chiamata AIDS. Il virus è in grado di distruggere progressivamente, nell’arco di 5-10 anni, il sistema immunitario, fino al punto da renderlo incapace di reagire anche contro alcuni patogeni, definiti  opportunisi in quanto non in grado di attaccare un organismo sano. Il termine l’AIDS indica appunto la comparsa di  gravi infezioni  opportunistiche.

 

Come si trasmette?

Le modalità di trasmissione dell’infezione sono le seguenti: rapporti sessuali con un partner infetto; con il sangue da una persona infetta ad una sana; da madre infetta al bambino durante la gravidanza, il parto o attraverso l’allattamento al seno (il test di screening per l’HIV dovrebbe essere proposto a tutte le donne in gravidanza); in casi rari, il trapianto di organi o tessutale, l’inseminazione artificiale con organi, tessuti o sperma proveniente da soggetto HIV.

 

Quali liquidi biologici trasmettono il virus?

Il sangue, lo sperma, il liquido pre-eiaculatorio (prostatico), le secrezioni vaginali ed il latte materno. Altri liquidi biologici possono contenere il virus in quantità infinitesimali o minime. Non sono in grado di trasmettere il virus: le lacrime, il sudore, la saliva, l’urina, le feci, le secrezioni nasali, il vomito.  L’acquisizione del virus e’ legata alla carica virale (quantita’ di virus contenuta nel liquido), alle ripetute esposizioni (fanno aumentare la probabilita’ di acquisizione) e probabilmente a fattori individuali dell’ospite (ad es. infezioni genitali concomitanti).

 

Chi può trasmettere il virus HIV mostra sempre segni di malattia?

NO. Lo stato di infezione puo’ mantenersi a lungo silente, senza alcun sintomo. Qualunque persona sieropositiva è, tuttavia,  in grado di trasmettere il virus pur non essendo "malata".

 

Quali sono le persone più esposte al rischio di contagio?

Le persone con comportamenti sessuali promiscui, che hanno rapporti penetrativi senza profilattico,  sia con soggetti dell’altro sesso che dello stesso sesso;  i tossicodipendenti che assumono droghe per via endovenosa, scambiandosi la siringa; chi ha ricevuto sangue, emoderivati o trapianti di organo prima dell’attivazione dei controlli sulle donazioni,  i neonati da madri portatrici del virus.

 

Qual è l’importanza della trasmissione eterosessuale?

A livello mondiale la maggior parte delle persone sieropositive hanno contratto l’infezione attraverso un contatto di tipo eterosessuale. In Italia, negli ultimi anni si e’ assistito ad un incremento di infezioni da HIV negli eterosessuale.  Nella realtà di Reggio Emilia, i rapporti eterosessuali promiscui costituiscono oltre il 50% delle cause delle nuove infezioni riscontrate dopo il 2000. Le persone che praticano esclusivamente rapporti eterosessuali sono a rischio di contagio, se il rapporto avviene senza profilattico con persone delle quali non si conosce lo stato di salute. Il rischio e’ maggiore per le donne.

 

Si può acquisire l’infezione con un solo rapporto sessuale?

SI. Ci si può infettare anche con un solo rapporto sessuale. Il contagio può verificarsi attraverso rapporti di penetrazione vaginale, anale e oro-genitali, non protetti da profilattico o con un uso non adeguato dello stesso. I rapporti anali sono a maggior rischio perché la mucosa anale è molto fragile e si possono creare delle microferite che aumentano la possibilità del passaggio del virus. Non è possibile, invece, la trasmissione  con il bacio in bocca, in quanto la presenza del virus HIV nella saliva è molto bassa.  Può esserci rischio se le due persone che si scambiano il bacio hanno gengiviti emorragiche o altre lesioni del cavo orale.
 

Le malattie a trasmissione sessuale possono favorire la trasmissione dell’AIDS?

SI. Soprattutto le malattie a trasmissione sessuale che determinano ulcerazioni genitali (herpes, sifilide, ulcera molle), aumentano la suscettibilità all’infezione da HIV. L’uso del preservativo è efficace nel contrastare non solo l’infezione da HIV, ma anche la maggior parte delle malattie sessualmente trasmesse.

 

Come si possono ridurre i rischi di contrarre l’infezione con i rapporti sessuali?

Occorre evitare i rapporti penetrativi e le altre pratiche che possono determinare il contatto diretto tra mucose genitali e sangue, sperma e secrezioni vaginali con persone delle quali non è noto lo stato di salute. I rischi possono essere ridotti moltissimo con l’uso costante del profilattico che e’ la forma di prevenzione piu’ semplice ed efficace.

 

In quale modo il preservativo riduce il rischio di contrarre HIV?

Il profilattico (preservativo) è una barriera fisica che elimina quasi totalmente il rischio, evitando il contatto tra mucose genitali ed i liquidi biologici attraverso i quali si puo’ verificare la trasmissione del virus. La sua efficacia è legata all’appropriatezza dell’uso che se ne fa: si consiglia pertanto di usarlo costantemente, sin dall’inizio del rapporto (prima della penetrazione) e per tutta la durata del rapporto.

 

Come utilizzare in modo corretto il preservativo?

  • Devono essere utilizzati profilattici in lattice in quanto forniscono una maggiore protezione.
  • Il preservativo deve essere conservato in un luogo fresco e secco.
  • I preservativi non devono venire a contatto con oggetti acuminati (unghie, anelli, ecc.).
  • E’ necessario usare il preservativo all’inizio di ogni contatto sessuale di tipo penetrativo e orale, in modo da evitare l’esposizione a liquidi che possono contenere agenti infettivi.
  • Indossare il preservativo quando l’erezione del pene e’ completa, avendo cura di schiacciare il serbatoio tra l’indice ed il pollice in modo che non ci sia aria al suo interno.
  • Srotolare il preservativo lungo tutto il pene avendo cura di arrivare fino alla base, accertandosi che non vi siano bolle d’aria.
  • Utilizzare una lubrificazione a base di acqua (gel) nel caso in cui quella contenuta nel preservativo non fosse sufficiente. Evitare assolutamente lubrificanti a base oleosa o grassi che possono sciogliere la gomma del profilattico.
  • Subito dopo la eiaculazione e’ necessario tenere il profilattico, con l’indice e il pollice, aderente alla base del pene in modo che durante l’estrazione esso non si sfili.

Il preservativo va utilizzato anche tra persone “sieropositive”?

SI. Perchè con un rapporto non protetto vi può essere il passaggio di altre malattie a trasmissione sessuale, non sempre clinicamente evidenti, o di ceppi di HIV particolarmente “aggressivi” (superinfezione) o resistenti alla terapia antiretrovirale assunta, con possibilità di accelerazione della malattia verso l’AIDS.

 

Che cosa fare se si rompe il preservativo durante un rapporto sessuale con una persona a rischio o sieropositiva?

E’ necessario rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso per valutare se indicato un trattamento preventivo che riduca il rischio di trasmissione. Il trattamento consiste nella somministrazione di una combinazione di più farmaci antiretrovirali; va iniziato il più presto possibile, al massimo entro 48 ore dal rapporto sessuale e proseguito per un mese. Verranno effettuate per sei mesi indagini per verificare se e’ avvenuto il contagio.

 

E’ pericoloso vivere negli stessi ambienti di una sieropositiva per HIV?

NO. Il virus dell’AIDS non sopravvive nell’ambiente esterno: l’essiccamento lo inattiva in 1-2 ore, il calore umido > 56°C in 30 minuti. Ne consegue che la condivisione di ambienti di vita con sieropositivi non comporta alcun rischio di contagio. Ciò vale per strette di mano, abbracci, carezze, baci e per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale, esclusi i rapporti sessuali. L’infezione non può trasmettersi neppure attraverso starnuti, colpi di tosse, urine, feci, vomito, lacrime, ecc.
 

Si può contrarre l’infezione usando il rasoio o lo spazzolino da denti di altre persone?

SI. Si consiglia di non usare oggetti altrui che possono determinare contatti diretti sangue-sangue, cioe’ che possono causare abrasioni , ferite o punture (rasoi, lamette, spazzolini da denti, forbicine, ecc.). 

 

L’HIV può penetrare attraverso la pelle intatta?

NO. Non si corre alcun rischio se una goccia di sangue infetto viene a contatto con la pelle intatta che protegge il nostro organismo anche dai virus. In situazioni particolari dove e’ possibile ferirsi o pungersi, come in ambiente ospedaliero o in casi di soccorso per incidente stradale, vanno indossati i  guanti  durante le manovre di assistenza, evitando il più possibile il contatto con il sangue.

 

Si può contrarre l’infezione bevendo dallo stesso bicchiere o mangiando nello stesso piatto con persone portatrici del virus?

NO. L’infezione non si trasmette attraverso bicchieri, piatti, posate, stoviglie e materiali da cucina.
Il virus non resiste a lungo al di fuori dell’organismo umano. Comunque, il normale lavaggio con acqua e detersivo dei piatti e delle altre stoviglie è in grado da solo di eliminarlo, qualora fosse presente. Lo stesso vale per qualsiasi tipo di indumento, capo di biancheria, asciugamani, lenzuola, ecc.
 

Si può contrarre l’infezione facendo uso di servizi igienici pubblici, rubinetti, telefoni o trasporti pubblici?

NO. L’infezione non si trasmette toccando oggetti maneggiati o sui quali abbia respirato una persona portatrice di virus. Non si trasmette attraverso l’aria ne’ attraverso l’acqua. Nessun pericolo esiste per l’uso in comune di bagni, letti, docce, e gabinetti o la frequentazione di palestre.
 

Le zanzare possono trasmettere li virus dell’HIV?

NO. Non ci sono prove che questi o altri insetti abbiano mai svolto un ruolo nella trasmissione dell’AIDS. Il virus, infatti, non sopravvive all’interno dell’apparato salivare delle zanzare. Inoltre, la quantità di sangue che una zanzara riesce a veicolare pungendo una persona infetta e ripungendo, subito dopo, una persona sana non è sufficiente a determinare l’infezione.

 

Dopo un comportamento o una situazione a rischio quando bisogna fare il test HIV?

Il test con il quale si può accertare una presunta infezione da HIV segnala la presenza nel sangue degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario verso il virus. Tuttavia, la positività del test correla in tutti i casi con presenza del virus nel sangue. Dopo il contagio, degli anticorpi verso HIV compaiono entro 2-6 settimane e nella maggior parte dei casi entro 3 mesi. E’ opportuno effettuare il test subito dopo l’episodio a rischio per escludere di non essere già “sieropositivi”, ma in caso di negatività (per essere attendibile) il test va ripetuto dopo 1 e 3 mesi e, nel caso di contatto sessuale o con il sangue con persona sicuramente sieropositiva, anche dopo 6 mesi.

 

Come e dove può essere fatto il test HIV a Reggio Emilia?

Presentandosi direttamente all’Ambulatorio prelievi dell’UO di Malattie Infettive (Padiglione Malattie Infettive,  piano terra), dal lunedì al sabato, dalle ore 9.00 alle 10.30.
Il test è anonimo e gratuito ed il risultato è fornito mediamente in 3 giorni.
Un medico di Reparto è disponibile per un colloquio informativo prima dell’effettuazione del test ed al momento della consegna del risultato
Il test HIV è nell’interesse di tutti
Solo una persona sieropositiva che è conoscenza del suo stato può comportarsi con senso di responsabilità verso gli altri e se stessa.
  • I sieropositivi dovrebbero informare, per quanto possibile, tutte le persone con cui hanno avuto rapporti intimi affinché esse possano fare immediatamente il test e richiedere una consulenza medica. Se risulteranno positive al test potranno così giovarsi dei farmaci oggi disponibili ed eviteranno di contagiare inconsapevolmente altre persone.
  • I sieropositivi hanno l’obbligo d’informare il loro attuali partner del loro stato. Per evitare con certezza il contagio occorre rinunciare ai rapporti sessuali ed evitare lo scambio di fluidi corporei. Il preservativo riduce il rischio d’infezione, ma non lo elimina. Chi non vuol rinunciare a comportamenti a rischio deve utilizzare sistematicamente il preservativo.
  • È fatto obbligo d’informare dell’infezione i medici curanti, il dentista e il personale sanitario affinché essi possano prendere tutte le misure del caso.
     

Per avere ulteriori informazioni sull’HIV/AIDS

 

TEST HIV: dove, come, perchè?

 

Perché conviene fare il test?

In genere, chi è stato contagiato dal virus HIV non si accorge di nulla per anni, anche se può  contagiare altre persone fin dall’inizio ed il virus  determinare una progressiva distruzione del sistema immunitario che porterà,  mediamente in 5-10 anni,  allo sviluppo di  gravi infezioni  che definiscono  lo stadio finale della malattia, cioè l’Aids vero e proprio.
L’individuare tempestivamente di essere stati contagiati eviterà alla persona che si sottopone al test di contagiare il proprio partner sessuale ed i figli e di prevenire lo sviluppo dell’AIDS, in quanto sono attualmente disponibili numerosi farmaci efficaci verso il virus.

Ciò che deve portare  una persona ad effettuare il test non è la presenza di sintomi, che compaiono in una fase tardiva della malattia, ma la consapevolezza di aver avuto comportamenti a rischio. Per sapere se si è sieropositivi non c’è che un mezzo: fare il test HIV.

 

Chi deve effettuare il test?

  • Chi ha avuto rapporti sessuali (orali, vaginali, anali), anche occasionali, senza preservativo, con persone dello stesso o dell’altro sesso dei quali si ignorava lo stato di salute.
  • Chi ha una storia in atto o passata di tossicodipendenza e.v., specie se con scambio di siringhe.
  • Chi ha avuto trasfusioni di sangue o di emoderivati (plasma, immunoglobuline) prima dell’autunno 1985. 
  • Le donne all’inizio della gravidanza
  • Le coppie che desiderano un bambino
  • Chi comincia una relazione sentimentale
  • Chi deve sottoporsi a un importante intervento chirurgico.
Il test va effettuato subito dopo un comportamento o una situazione di rischio, per stabilire se si è già positivi.
In caso di negatività del test, questo va ripetuto dopo 1 mese e dopo  3 mesi dalla presunta esposizione a rischio; nel caso di contatto sessuale o con  il sangue di  una persona sicuramente sieropositiva, va fatto anche dopo 6 mesi.
 

Che cosa occorre sapere sul test?

Il test segnala la presenza degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario verso il virus. La positività del test esprime, comunque, la certezza che il virus sia presente nel sangue con una sensibilità superiore al 99,9 %.
 

Il test è sicuro?

Il periodo che intercorre tra contagio e comparsa degli anticorpi verso il virus (periodo di sieroconversione o di finestra immunologica) è variabile e dipende da diversi fattori, in particolare dalla via di trasmissione e dalla quantità di virus trasmessa .
Gli  anticorpi possono formarsi al più presto dopo 2-6 settimane, ma nella maggior parte dei casi compaiono entro 3 mesi. Si consiglia di fare il test non prima che siano trascorse 2-6 settimane dal possibile contagio;  se il primo riscontro è negativo il test va  ripetuto dopo 3 mesi.

 

Come viene fatto il test?

Vengono utilizzate due metodiche che si integrano a vicenda in modo da avere la  massima sensibilità e la massima specificità. Si procede innanzitutto al test di screening con metodica ELISA: questa  è in grado di accertare tutte le possibili reattività verso il virus, a scapito peraltro della specificità, in quanto sono possibili anche false reattività. Pertanto, in presenza di un risultato «positivo» del test ELISA, prima di definire che il paziente si è infettato, è necessario effettuare un secondo prelievo sul quale verrà ripetuto il test ELISA con un kit diverso da quello utilizzato sul primo campione ed il  test di conferma Western Blot che ha una  elevata specificità. Solo nel caso di positività del test di conferma Western Blot il soggetto sarà definito “sieropositivo”. L’effettuazione di un secondo prelievo viene è necessaria in quanto non si può mai escludere il rischio di scambio di provette. 
 

Come e dove effettuare il test a Reggio Emilia

  • Presentandosi direttamente all’Ambulatorio prelievi del Reparto di Malattie Infettive  (Padiglione Malattie Infettive,  piano terra), dal lunedì al sabato, dalle ore 8.30 alle 10.30.
  • Il test è anonimo e gratuito; il  risultato è disponibile mediamente in 3 giorni.
  • Prima del test ed alla consegna del risultato un  medico del  Reparto è disponibile per un colloquio informativo.

 

Il test è nell’interesse di tutti

Solo una persona “sieropositiva”   a del suo stato può comportarsi con senso di responsabilità verso gli altri e se stessa:
  • I sieropositivi dovrebbero informare, per quanto possibile, tutte le persone con cui hanno avuto rapporti intimi affinché esse possano fare immediatamente il test e richiedere una consulenza medica. Nel caso  risultassero positive al test potranno così giovarsi dei farmaci oggi disponibili ed eviterare di contagiare inconsapevolmente altre persone.
  • I sieropositivi hanno l’obbligo d’informare il loro attuali partner del loro stato. Per evitare con certezza il contagio occorre rinunciare ai rapporti sessuali ed evitare lo scambio di fluidi corporei. Il preservativo riduce il rischio d’infezione, ma non lo elimina. Chi non vuol rinunciare a comportamenti a rischio deve utilizzare sistematicamente il preservativo.
  • L’uso del preservativo è raccomandato anche se entrambi i partner sono sieropositivi. Si ridurrà così il rischio di contagio con altri patogeni (sifilide, herpes, epatite ecc.) nonché con un ceppo HIV particolarmente «maligno».
  • È fatto obbligo d’informare dell’infezione i medici curanti, il dentista e il personale sanitario affinché essi possano prendere tutte le misure del caso.
  • I sieropositivi non possono donare sangue, organi e seme. 

Ultimo aggiornamento: 14/03/13