La posizione dei professionisti: comunicato del dipartimento interaziendale materno infantile di Reggio Emilia in merito ai punti nascita della Provincia

 



 

Abbiamo letto con stupore il comunicato stampa del Comitato “salviamo le cicogne” relativo ad una presunta chiusura estiva dei punti nascita della provincia di Reggio Emilia.
Detto che non ci risulta che siano state prese decisioni alcune (fatto di cui ci doliamo e che auspicheremmo), il comunicato è denigratorio e ingiusto ed i professionisti dell’area materno-infantile del dipartimento esprimono  la propria profonda delusione in riferimento ad alcune prese di posizione e ad alcune asserzioni. Ciascuno può esprimere i giudizi che ritiene opportuno, ma inviteremmo ad una maggior cautela nell’attribuire le responsabilità di determinate situazioni, specie quando si tratta di temi legati alla salute delle persone. Chi dichiara che tali professionisti sono “lautamente remunerati” verosimilmente conosce poco il mondo della sanità perinatale di questa provincia e soprattutto non ha analizzato attentamente le criticità che emergono ormai da alcuni anni. Se sempre più professionisti si dimettono dagli ospedali e scelgono alternative lavorative più vantaggiose, probabilmente non è l’aspetto economico il grimaldello che ha permesso di mantenere aperti 5 punti nascita nella provincia reggiana. 
  
Fatto salvo questo, da sanitari reggiani  ci interessa maggiormente far comprendere alla popolazione le ragioni di una criticità presente nel nostro territorio, comune del resto a gran parte del territorio italiano, e che necessita di una soluzione tempestiva.
Al contrario di quanto asserito nel comunicato, la storia dei Punti nascita in provincia di Reggio Emilia, non è infatti “una telenovela”, ma una condizione che andrebbe analizzata solo attraverso dati oggettivi, senza prestarsi a analisi superficiali e poco inerenti.
Gli attori, infatti, non sono i medici, quanto i pazienti, le donne ed i neonati reggiani che hanno il diritto di ricevere la migliore assistenza perinatale possibile. A questi soggetti noi sanitari pensiamo quando operiamo quotidianamente nei nostri servizi, attenti soltanto a garantire loro le prestazioni necessarie con la più qualificata professionalità, la idonea tempestività, la maggiore appropriatezza ed il tutto nella sicurezza più assoluta per la loro salute.
La letteratura scientifica è unanime nel riconoscere nei volumi di attività dei punti nascita uno dei più rilevanti fattori di rischio, asserendo che i presidi ospedalieri per essere sicuri dovrebbero effettuare un numero di parti superiore ai 1000 parti all’anno e questo perché solo la “clinical practice”, ossia la pratica quotidiana consente di acquisire le competenze necessarie a garantire efficienza e efficacia ed in particolare la capacità di saper fronteggiare qualsiasi emergenza sanitaria sia ostetrica che neonatologica. Purtroppo ogni parto conserva inevitabilmente una quota, seppur minima, di rischio ed eventi imprevedibili sono sempre possibili: un certo numero di gravidanze inaspettatamente possono complicarsi durante l’ultima fase espulsiva del parto, e alcuni neonati, in maniera del tutto imprevedibile, necessitano rianimazione alla nascita.
Per questo motivo, ad ogni parto deve essere presente personale esperto e qualificato, in grado di affrontare le emergenze ostetriche e quelle neonatali con interventi tempestivi, attuati da specialisti esperti che devono essere già presenti nella struttura, e non solo prontamente reperibili; occorre predisporre protocolli in grado di prevedere anche le complicanze più rare, e procedure trasversali multi-specialistiche in grado di affrontare le emergenze più gravi (si pensi solo all’emorragia del post-partum ed alla necessaria attivazione dei servizi trasfusionali del presidio ospedaliero stesso).
A fronte di un forte calo demografico registrato negli ultimi anni  (- 11% nella nostra regione e – 16%   nella nostra provincia negli ultimi 5 anni), il numero di Punti nascita in provincia di  Reggio Emilia non si è modificato e nella nostra provincia abbiamo  un numero di Punti nascita enormemente più elevato rispetto alle altre provincie della regione in rapporto alla popolazione generale ed al numero di parti (vedi tabella), ossia un Punto nascita ogni 810 nati e ogni 100.000 abitanti.
 
PROVINCIA PUNTI NASCITA Tot. (HUB +Spoke) NATI PUNTI NASCITA/NATI ABITANTI PUNTI NASCITA/ABITANTI
PIACENZA 1 (0+1) 1792 1 PN/1792 nati 240.000 1 PN/240.000 abitanti
PARMA 3 (1+2) 3685 1 PN/1228 nati 450.000 1 PN/150.000 abitanti
(PC+PR) 4 (1+3) 5477 1 PN/1370 nati 690.000 1 PN/172.000 abitanti
REGGIO EMILIA 5 (1+4) 4052 1 PN/810 nati 530.000 1 PN/106.000 abitanti
MODENA 5 (1+4) 6041 1 PN/1208 nati 700.000 1 PN/140.000 abitanti
FERRARA 2 (1+1) 2177 1 PN/1088 nati 350.000 1 PN/175.000 abitanti
BOLOGNA 4 (2+2) 7844 1 PN/1961 nati 1.010.000 1 PN/252.000 abitanti
ROMAGNA 6 (3+3) 8460 1 PN/1410 nati 1.120.000 1 PN/186.000 abitanti
 
 
Il tutto è complicato dalla carenza di professionisti: pediatri/neonatologi; ginecologi, anestesisti. Tali professionisti sono stati ampiamente ricercati sul territorio nazionale; sono state bandite solo negli ultimi 18 mesi 7 selezioni di incarico per  pediatri ospedalieri e 11 per ginecologi, ma purtroppo le graduatorie sono andate in gran parte deserte: è una carenza nazionale con la quale bisogna fare i conti. Le nostre difficoltà sono assolutamente analoghe a quelle che incontrano le altre provincie regionali e nazionali. Inoltre a rendere meno attrattivi i nostro ospedali sono proprio le ridotte dimensioni, che non garantiscono una ottimale crescita professionale a giovani desiderosi di formarsi efficacemente.
Globalmente nelle due aziende reggiane al momento abbiamo una carenza di circa 5 pediatri (il 27% del fabbisogno dell’Azienda USL)  e circa 10 ginecologi (22% di quelli in pianta organica)  e ciononostante fino ad oggi è stata garantita l’assistenza ostetrica e pediatrica/neonatologica in tutti i punti nascita.
La turnazione del personale, che non è come da alcuni riferito, la soluzione ottimale, perché sguarnisce i centri HUB che devono invece garantire le prestazioni altamente specialistiche, è comunque largamente applicata in provincia e medici della neonatologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova già da molti mesi effettuano turni di guardia e reperibilità su Castelnovo Monti, Montecchio, Scandiano;  analogamente ginecologi ed anestesisti dell’ASMN garantiscono il mantenimento di attività su Castelnovo Monti; ginecologi di Guastalla effettuano turni di guardia, di sala operatoria e di super reperibilità a Montecchio con l’ausilio di Reggio Emilia e di Scandiano.
 
Rispetto al problema della distanza di Castelnovo Monti da Reggio Emilia ed al paventato “rischio” ad esso correlato è da tempo programmato il potenziamento dell’emergenza-urgenza. Inoltre il territorio montano, in caso di chiusura del punto nascita, dovrà comunque veder potenziati servizi e funzioni  correlate all’area perinatale (come ripetutamente dichiarato delle Direzioni Sanitarie). Il problema del rischio ostetrico non è legato al presunto parto “precipitoso” che è sempre esistito e che si verifica anche in città prima dell’arrivo in ospedale. Del resto proprio l’esperienza di Porretta Terme ci dimostra che con la chiusura del punto nascita  non si è verificato alcun evento critico. Bisogna però lavorare tutti insieme, sanitari, politici e soprattutto cittadini e comitati al fine di creare percorsi qualificanti per identificare le situazioni a rischio che devono essere centralizzate, monitorare le gravidanze, implementare l’attività consultoriale e garantire a tutti i territori un valido programma di assistenza anche post-natale da effettuare localmente con la presa in carico precoce del neonato da parte del Pediatra di famiglia, il monitoraggio ostetrico puerperale e dell’allattamento .
 
In conclusione ci sembra che i professionisti reggiani abbiano dimostrato ampiamente la propria disponibilità ed abnegazione e nulla può loro essere rimproverato, dato che da anni garantiscono la loro  presenza a Castelnovo Monti, permettendone il funzionamento, e da molti mesi anche le coperture presso gli altri punti nascita provinciali, nonché le attività operatorie di Montecchio, proprio per garantire l’efficienza del sistema.
Ma su una cosa non siamo disposti a trattare, sulla sicurezza di madri e neonati. Su questo tema crediamo che neanche le comprensibili ambizioni attrattive turistiche del territorio montano possano costituire una reale argomentazione.
Rigettiamo pertanto con indignazione le affermazioni contenute nel comunicato delle “cicogne” apparso oggi sulla stampa locale; il problema del non raggiungimento della soglia di sicurezza e  della carenza del personale è stato più volte rappresentato a vari livelli ed evidenziato chiaramente in un documento che i professionisti del Dipartimento Materno-Infantile hanno inviato alle direzioni delle due Aziende Sanitarie provinciali che lo hanno da subito condiviso.
 
Tutto quanto è stato detto inoltre non è certo specifico ed esclusivo per l’ospedale di  Castelnovo Monti, ma di diversi  punti nascita provinciali: non spetta a noi sanitari effettuare scelte politiche. Da tecnici possiamo solo asserire che le carenze di organico presenti non ci consentono di garantire l’assistenza perinatale in tutti i 5 punti nascita provinciali nel periodo estivo e quindi auspichiamo che la Regione, la politica locale, le Aziende prendano una decisione rapida e tempestiva per consentire di effettuare una programmazione sanitaria corretta ed una ottimale organizzazione dei servizi al fine di creare i minori disaggi possibili per la  popolazione reggiana.
 
In conclusione sussiste a Reggio Emilia un problema strutturale, noto da tempo legato al calo progressivo delle nascite, alla carenza di professionisti e al numero elevato di punti nascita di piccole dimensioni (il più alto della regione), che non possono garantire, proprio a causa dei volumi di utenza, la sicurezza e l’efficienza del sistema: su questo la posizione dei professionisti reggiani non può differire da quella ripetutamente espressa da tutte le società scientifiche nazionali ed internazionali che raccomandano una riorganizzazione della rete, prevista peraltro dagli indirizzi e dalla normativa nazionale. A Reggio Emilia, durante il periodo estivo, il problema sarà acuito dalle carenze di organico medico, che, a fronte degli innumerevoli sforzi effettuati, è risultato irreperibile sul mercato.
 
Letto e sottoscritto
Dott. Giancarlo Gargano, Direttore Neonatologia ASMN-IRCCS e Direttore Dipartimento Ospedaliero interaziendale Materno Infantile
Dott. Alessandro Ventura, Direttore Ostetricia e Ginecologia Ospedale di Guastalla e responsabile del PIAMI
Dott. Lillo Cerami, Direttore Ostetricia e Ginecologia Ospedale di Scandiano
Dott. Alessandro Volta, Direttore Programma Materno Infantile Cure Primarie
Prof. Giovanni Battista La Sala, Direttore Ostetricia e Ginecologia ASMN-IRCCS
Dott. Lorenzo Aguzzoli, Direttore Ginecologia Chirurgica Oncologica ASMN-IRCCS
Dott. Giuseppe Ghirardini, Direttore Ostetricia Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e Ostetricia e Ginecologia Ospedale sant’Anna di Castelnovo Monti
Dott. Sergio Amarri, Direttore Pediatria ASMN-IRCCS
Prof. Adriano Ferrari, Direttore Unità per le Gravi Disabilità dell’Età Evolutiva ASMN-IRCCS
Dott. Carlo Fusco, direttore Neuropsichiatria infantile ASMN-IRCCS
Dott.ssa Maria Corsini, Direttore ff Pediatria Guastalla
Dott.ssa Valeria Luigina Salvatore, Responsabile temporanea Ostetricia e Ginecologia Montecchio
Dott. Ezio Maria Di Grande, Responsabile Struttura Semplice Dipartimentali di Castelnovo né Monti 

Ultimo aggiornamento: 26/06/17