Bimba morta a 5 mesi: l'ASMN non condivide la valutazione dei consulenti tecnici. Massimo rispetto per il dolore dei genitori

Reggio Emilia, 27 Febbraio 2012

In relazione agli articoli del 25 e 26 febbraio u.s. relativi alla tragica vicenda che si è conclusa con il decesso della bambina, esprimiamo nuovamente il più vivo cordoglio alla famiglia e partecipiamo al loro grande dolore. Desideriamo segnalare che questo evento ha lasciato sconcertato anche il personale dell'ostetricia, perchè è avvenuto in maniera imprevedibile senza che vi sia stato alcun segno premonitore di sofferenza del feto durante la gravidanza e il parto.
Il caso, dopo la denuncia presentata dai genitori della bambina, è oggetto di una indagine giudiziaria e la consulenza tecnica di cui si fa cenno negli articoli è stata disposta dalla Procura della Repubblica nelle fasi preliminari dell’indagine.
Nel merito, va sottolineato che la valutazione ed il giudizio della consulenza tecnica sono fondati su quanto riscontrato al termine dell’autopsia. Infatti, in una corretta ottica ex ante, emerge che la gravidanza della signora Fiore è decorsa fisiologicamente e che tutti i controlli avvenuti oltre il termine presso il S. Maria Nuova, prima e durante il ricovero, sono risultati negativi e non hanno mai mostrato alcuna necessità di anticipare il parto.
La decisione di procedere ad una induzione del parto il 18 maggio (e non prima) risponde a criteri riconosciuti nella letteratura nazionale ed internazionale, che sono accolti anche nelle linee guida regionali. L'epoca che i CT del PM indicano come ottimale per l'induzione del parto è quindi una loro opinione personale, fondata sul senno del poi, posto che quanto accaduto al S.Maria Nuova è in linea con le conoscenze scientifiche attualmente disponibili.
Inoltre, la durata complessiva del travaglio (indicata nell'articolo in 13 ore) è frequente nelle nullipare; il vero e proprio travaglio (periodo espulsivo) è iniziato nella serata del 18 maggio ed ha avuto durata normale. In particolare, l'assistenza al travaglio di parto, in un contesto di normalità del quadro clinico e strumentale, è stata scrupolosa e l'andamento del travaglio è stato seguito con tutti i controlli che vengono effettuati in questi casi: il monitoraggio del travaglio non ha mai mostrato alcun elemento che potesse far sospettare l'esistenza di una patologia del feto; il tracciato è risultato normale anche nelle fasi conclusive, poco prima della nascita. Non era, quindi, possibile sospettare una sofferenza del feto durante il travaglio di parto.
Al riguardo, gli stessi consulenti tecnici segnalano che non vi è certezza che i danni cerebrali della bambina siano avvenuti durante il travaglio o prima, affermando che si tratta di probabilità e che, sul punto, la consulenza presenta peraltro diverse contraddizioni.
Infine, si desidera chiarire che la presenza di un danno cerebrale nel neonato in assenza di segni rilevabili durante la gravidanza o il travaglio è purtroppo evenienza tutt'altro che infrequente. Il feto all'interno dell'utero è infatti inaccessibile e le tecniche disponibili per il suo studio (con particolare riferimento alla cardiotocografia) sono imperfette, potendo risultare normali anche nei casi in cui, come avvenuto nel caso in esame, il feto presenta danni cerebrali. E' per questo motivo che la nascita della bambina con danni cerebrali si è rivelata un evento non prevedibile.
Attendiamo serenamente l’evoluzione dell’iter giudiziario, nella consapevolezza che quanto accaduto, pur nella sua tragicità, non sia imputabile a comportamenti errati del personale che ha assistito la signora Fiore, bensì a condizioni patologiche del feto non riscontrabili preventivamente e non prevenibili.

L’Ufficio Stampa

Ultimo aggiornamento: 27/02/12