Il dolore

Il parto può rappresentare per la donna un’occasione di grande crescita interiore e di conoscenza di sé stessa.
Partorire può significare fare un viaggio anche in profondità, venendo a contatto con le proprie paure ed i propri limiti, riscoprendo istinti nascosti ed energie sconosciute.
Vivere il dolore crea paura, ma riuscire a superarlo determina crescita e forza.
Il dolore può essere una guida e un aiuto per l’ascolto del proprio corpo e del bambino.
Non è facile, occorre abbandonarsi, fidarsi di sé e delle capacità del futuro neonato; significa perdersi, toccare i limiti, per poi ritrovarsi, crescere ed accogliere un altro ruolo che è quello di “madre”.
Le posizioni istintivamente assunte in travaglio, dettate dal dolore, proteggono e guidano sia la madre che il bambino.
Le contrazioni massaggiano il bimbo, stimolando ogni parte del suo corpo preparandolo alla nascita.
Le doglie avvisano madre e bambino che qualcosa sta cambiando, hanno caratteristiche specifiche a seconda della fase del travaglio e questo permette alla donna di giudicare il suo avanzamento.
La pausa, tra una doglia e l’altra, permette di recuperare le energie e di separarsi gradualmente dal proprio bambino; anche il bambino si prepara al distacco.
La doglia è il maestro che dirige l’orchestra attivando alcuni ormoni: le catecolamine, stimolate dalla doglia, attivano l’ossitocina e le endorfine.
Le catecolamine danno la forza, l’ossitocina trasmette l’amore, le endorfine il legame ed il piacere, la prolattina la protezione e l’accudimento.
Le endorfine sono sostanze naturali con struttura simile a quella degli oppioidi ed hanno tre importanti effetti:

  • leniscono il dolore,
  • creano un senso di benessere,
  • alterano la percezione del tempo e dello spazio.

Nel travaglio fisiologico, con il proseguire del travaglio, aumentano i livelli di endorfine.
Con la nascita del bambino, la fatica del travaglio cessa e la donna può sperimentare il caratteristico stato euforico, causato dagli elevati livelli di endorfine, stato euforico che non si presenta se non viene prima stimolato dalle contrazioni durante il travaglio.
La doglia stimola la produzione anche di adrenalina fetale, che prepara il bambino alla nuova vita, sia dal punto di vista termico sia respiratorio.
L’acqua, l’uso della voce, il respiro, il massaggio, il sostegno aiutano a contenere il dolore.

Ultimo aggiornamento: 01/06/23