Induzione al travaglio

Potrebbe essere proposta l’induzione quando:

  • la gravidanza si protrae oltre il termine
  • la rottura delle membrane si prolunga oltre le 24 ore
  • insorgono alcune patologie della gravidanza che necessitano, per motivi della mamma o del feto, che il parto si esplichi prima dell’avvio del travaglio spontaneo.

Questa procedura consiste nell’utilizzo di farmaci e/o metodiche che hanno lo scopo di portare alla maturazione della cervice e di stimolare la comparsa di contrazioni uterine utili 
Si potrebbe pensare che l’induzione tolga naturalità a questo momento tanto atteso, ma nella valutazione complessiva questa diventa a volte necessaria per favorire la nascita.
Le metodiche che si possono utilizzare sono diverse e si differenziano principalmente in 2 categorie: meccaniche e farmacologiche. Fra queste ultime ricordiamo le prostaglandine e l’ossitocina; mentre per le prime citiamo lo scollamento delle membrane e l’utilizzo di cateteri transcervicali.
Non di rado, vengono utilizzate simultaneamente o in successione seguendo metodiche standardizzate.
La tempistica dell’induzione è molto variabile, ciò dipende dalla condizione ostetrica locale di partenza (collo dell’utero e posizione del bimbo) e di conseguenza dalla metodica scelta più adatta. Potrebbe trattarsi di poche ore ma anche di qualche giorno prima che si attivino le prime contrazioni efficaci. 
Durante l’attesa dell’avvio del travaglio attivo, l’ostetrica controllerà periodicamente il benessere del bambino attraverso l’auscultazione del suo battito cardiaco.
 

Ultimo aggiornamento: 01/06/23