Risparmia tempo, guadagna vita: in caso di ictus la rapidità di trattamento è la condizione prioritaria per limitare i danni permanenti

Prosegue in provincia di Reggio Emilia la campagna EROI finanziata dalla Regione Emilia-Romagna e destinata anche ai bambini

Reggio Emilia, 5 Settembre 2014

L’importanza di attivare tempestivamente il Servizio 118 per accedere a percorsi agevolati in Ospedale: l’equipe della ancora Stroke Unit della Neurologia del Santa Maria Nuova incontrerà la cittadinanza in occasione della Festa della Giareda 
 

“Al manifestarsi dei primi sintomi dell'ictus chiama subito il 118”. È il messaggio che in questi giorni è arrivato per posta alle famiglie reggiane e che sarà ulteriormente rafforzato dall’ultimo dei due momenti informativi previsto, dopo Castelnovo né Monti, a Reggio Emilia domenica 7 Settembre. Il personale della equipe della Stroke Unit del Santa Maria Nuova sarà in Corso Garibaldi con un presidio informativo dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18, in occasione della Festa della Giareda.
Intorpidimento, perdita di forza degli arti, paralisi parziale, difficoltà di parlare e di comprendere, cefalea improvvisa ed intensa, vertigini, perdita di una parte del campo visivo, questi i sintomi più frequenti di un ictus in corso.
La campagna di comunicazione, sviluppata nell'ambito dello studio "EROI" (Educazione e Ritardo di Ospedalizzazione Ictus) curato dalla Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, intende diffondere poche e semplici informazioni affinché adulti e bambini possano riconoscere immediatamente le caratteristiche di un ictus e chiedere aiuto al Servizio 118. Affidarsi al servizio di emergenza, infatti, significa garantire un quanto più rapido accesso del paziente al corretto percorso ospedaliero ed evitare improvvisazioni nell’assistenza o il trasporto in ospedale con mezzi propri.
L’ictus ischemico rappresenta l’80% dei casi ed è dovuto ad un trombo oppure ad un embolo che va ad occludere uno dei vasi sanguigni. È possibile intervenire per la riapertura del vaso occluso con il trattamento fibrinolitico, l’unica terapia che può salvare la vita ed arrestare le devastanti conseguenze dell’ictus sul cervello e sul corpo, sino al completo recupero. La condizione è che venga somministrata entro poco più di quattro ore dall’esordio dei sintomi.
Nella nostra provincia, è attivo l’impegno della Stroke Unit, settore intensivo del Reparto di Neurologia del Santa Maria Nuova diretto dalla Dott.ssa Norina Marcello, che tratta circa 680 casi all’anno di ictus. Come sottolinea il Dott. Giovanni Malferrari, responsabile della Stroke Unit: “Nella nostra provincia soltanto il 6 % dei pazienti con ictus ischemico giunge in ospedale entro un intervallo di tempo inferiore alle quattro ore dall'esordio, si ritiene quindi che una campagna informativa mirata possa contribuire a migliorare questo scenario”.
Lo studio EROI affronta uno dei più importanti problemi clinici del trattamento dei pazienti con ictus: l’intervello di tempo dall’esordio dei sintomi all’arrivo in ospedale che si traduce in efficacia della terapia. Come nel caso dell'infarto miocardico, la chiamata al 118 rappresenta un requisito essenziale affinché il paziente possa avere accesso alle terapie più avanzate ed efficaci.
EROI valuta anche l’impatto dei fattori psicologici, culturali e motivazionali sul comportamento del paziente o familiare all’esordio della sintomatologia e la loro influenza su un eventuale ritardo nell’ospedalizzazione.
La campagna, che ha scelto una modalità espressiva di tipo fumettistico, intende raggiungere e  sensibilizzare anche i più piccoli che spesso si trovano a trascorrere del tempo con i componenti più anziani della famiglia e possono dare il loro contributo alla segnalazione di anomalie.

L’Ufficio Stampa

Allegato: depliant campagna

Approfondimento: l'ictus cerebrale
Le statistiche dicono che, nel mondo, la mortalità riconducibile ad ictus è superiore rispetto a quella determinata da AIDS, tubercolosi e malaria complessivamente considerate. Ne sono cause principali l’invecchiamento, la familiarità, lo stress e l’ambiente in cui si vive, cui si aggiungono le scorrette abitudini di vita (il fumo, il regime alimentare, l’assenza di moto).
L'ictus cerebrale è una patologia rilevante dal punto di vista epidemiologico con una frequenza destinata ad aumentare in ragione dell'invecchiamento della popolazione nei paesi industrializzati. In Italia l'incidenza dell'ictus è di 1,5-2,5 casi ogni 1.000 abitanti. Si tratta per l'80% di ictus ischemici e per il 20% ictus emorragici (dovuti alla rottura di un vaso per malformazione delle arterie (aneurismi) o livelli alti di pressione). L'incidenza raggiunge quota 8,7 ogni 1.000 abitanti nella fascia di età 65-84 anni. Al di sotto dei 45 anni l'ictus colpisce 10 soggetti ogni 100mila abitanti.
Nel 2013 nella provincia di Reggio Emilia i ricoveri dovuti a questa patologia sono stati circa 1600 tra nuovi eventi e recidive.
 I sintomi più frequenti dell'ictus sono:
 

  • difficoltà a parlare, a pronunciare o comprendere frasi semplici

  • mal di testa violento e improvviso, mai provato prima e senza cause apparenti

  • comparsa improvvisa di paralisi o debolezza e formicolio nello stesso lato del corpo (viso, braccio, gamba);

  • visione annebbiata o diminuita ad entrambi gli occhi e relativa alla metà del campo visivo

Il trattamento fibrinolitico, l’unica terapia che può salvare la vita ed arrestare le conseguenze dell’ictus sul cervello e sul corpo, sino al completo recupero, deve essere somministrata entro poco più quattro ore dal verificarsi dei sintomi. Per questo il messaggio fondamentale della campagna di informazione è l’invito ad agire presto in soccorso di chi è colpito, effettuando una chiamata al Servizio 118 e favorendo un ingresso rapido nella struttura ospedaliera più consona al trattamento.
 

Ultimo aggiornamento: 05/09/14